Alla fine l'attacco armato contro gli obiettivi sensibili della Siria è arrivato. Nella notte il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, insieme agli alleati Gran Bretagna e Francia, ha dato il via ai primi bombardamenti contro Bashar al-Assad. La rappresaglia militare arriva ad una settimana esatta di distanza dal presunto attacco con armi chimiche effettuato a Douma da parte del regime e dopo l'annuncio nei giorni scorsi da parte degli USA. L'attacco coordinato è scattato alle 21 ora di Washington (le 3 in Italia) ed è stato reso pubblico in diretta televisiva da un annuncio da parte di Trump.

Il Pentagono ha comunicato che sarebbero stati sganciati almeno 120 missili, il doppio di quelli impiegati un anno.

Tre gli obiettivi colpiti dai bombardamenti

L'operazione militare congiunta di Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia ha interessato tre obiettivi legati all'utilizzo di armi chimiche, così come confermato dal capo di stato maggiore Joseph Dunford. Uno degli obiettivi sarebbe stato un centro di ricerca scientifico militare alle porte della capitale siriana Damasco, mentre gli altri due riguarderebbero un sito di stoccaggio per precursori di armi chimiche (presumibilmente gas sarin) a ovest della città di Homs e un posto di comando situato a poca di stanza. Secondo il il Syrian Observatory for Human Rights i luoghi colpiti dai bombardamenti farebbero parte di strutture appartenenti alla Quarta Divisione dell'esercito siriano e della Guardia repubblicana.

Al momento sarebbero tre i feriti tra i civili. Non si esclude una seconda ondata di bombardamenti, ma al momento tutti gli obiettivi prefissati sarebbero stati perfettamente colpiti.

Theresa May: 'Non vogliamo rovesciare Assad'

L'intento degli Stati Uniti e dei suoi alleati non sarebbe comunque quello di tentare una destituzione del leader siriano Bashar al-Assad.

A confermato è stato il premier britannico, Theresa May nelle ore immediatamente successive all'attacco: 'Non stiamo rovesciando un regime, si tratta di un attacco mirato e circoscritto". La partecipazione britannica all'attacco è arrivata senza passare dal Parlamento di Westminster. Secondo il ministro della difesa inglese, infatti, non c'erano i tempi per discutere.

Dello stesso parere anche il Presidente francese Emmanuel Macron che, attraverso un tweet, ha dichiarato di aver ordinato l'intervento come risposta all'attacco della scorsa settimana. Macron ha inoltre ribadito l'esistenza delle armi chimiche nelle mani della Siria.