Una tabaccaia sessantaduenne si toglie la vita cospargendosi di alcol e dandosi fuoco all'interno di un parcheggio a Poggiobonsi, provincia di Siena. Inutili gli allarmi dei testimoni e la conseguente chiamate dei soccorsi, già la donna era in condizioni critiche ed è morta all’ospedale di Pisa all’interno del reparto dei grandi ustionati.

Le indagini preliminari hanno messo in luce una disperata condizione familiare ed economica: un marito di settantadue anni gravemente malato ed i risparmi di una vita, frutto del lavoro di entrambi i coniugi, andati in fumo: si parla più di 250 mila euro.

A casa della donna il ritrovamento di una lettera scritta di suo pugno ha confermato il suicidio. Secondo i conoscenti, la donna era stata raggirata da un uomo, capo di una setta estera, che gli aveva promesso la guarigione del marito e la serenità nella sua casa, in cambio di consistenti donazioni.

Eppure la donna aveva precedentemente denunciato il capo della setta alle forze dell’ordine per truffa aggravata, in quanto non ricevette indietro, dopo le proteste, il denaro. Secondo le indagini, la situazione ha toccato fortemente la psiche della donna, fino a trascinarla in un a condizione depressiva, secondo la testimonianza di alcuni dei familiari.

Il condizionamento mentale

Si può dunque parlare di un controllo mentale?

Gli psicologi, tra cui Robert J.Lifton, psichiatra statunitense noto per aver sviluppato il modello del controllo del pensiero, fin dagli anni ’60 propongono diversi approcci teorici in merito. Infatti tale situazione contrappone due tipologie di fenomeni psico-sociali: il cosiddetto “lavaggio del cervello” che avviene in circostanze dove il soggetto è costretto coscientemente a non dormire, mangiare o uscire di casa, poiché egli è perfettamente cosciente ed esegue gli ordini; e un secondo modello, il condizionamento mentale, nella quale il soggetto è inconsapevole di ciò che gli accadde.

Si tratta del caso in questione poiché poiché l'unico scopo della donna era quello di salvare il marito; e solo in un secondo momento, probabilmente, si è resa conto della truffa subita, lasciando infine prevalere i sensi di colpa e la disperazione.

La setta rintracciata ed identificata durante le indagini ha base all’estero e l’unico intermediario che manteneva contatti con la donna era il capo, un fantomatico “santone” che aveva promesso la guarigione del marito malato, dando consigli anche sulla sua condotta familiare e sulla sua vita quotidiana.

In cambio, richiedeva cospicue somme di denaro. La donna, dopo i primi contatti con la setta, ha iniziato ad essere ostile ad ogni tipo di dialogo o di confronto, agendo in maniera bizzarra, evitando il contatto diretto con le persone e causando spesso divisioni e litigi in famiglia e amici.

La setta e le tecniche di manipolazione

Solo in seguito, comprese le menzogne del guaritore, i soldi e il tempo ormai persi inutilmente, provò a recuperare il denaro; ma dopo il fallimento dei primi tentativi di recupero da parte della polizia, la sfiducia della donna si estese anche a chi cercava di aiutarla.

Gli eventi narrati determinano l’uso di eccellenti tecniche di manipolazione: il guaritore si poneva in modo tale che la donna fosse convinta che tutto avesse come unico scopo il salvare la vita del marito.

Una delle tecniche degli appartenenti alla setta è quella di reclutare o trovare le loro vittime nel momento in cui sono in uno stato di fragilità fisica o psichica, dovuta a circostanze problematiche - come giustamente una malattia. La ricerca di una soluzione certa e facilmente ottenibile tende a rendere le vittime molto più manipolabili e facilmente convincibili anche da truffatori (finti medici, medium, guaritori..) che non possiedono doti paranormali ma una semplicemente una forte personalità, carisma e un largo seguito di adepti o seguaci. Ciò è correlato anche all’uso di diverse strategie manipolatorie, quali l’isolamento, cioè l'allontanamento da ogni legame esterno che possa influenzare le sue scelte errate, il bombardamento affettivo, l'indottrinamento e il mantenimento, con pressione psicologica ed emotiva e conseguente dipendenza economica.