E' il più anziano scienziato d'Australia. Botanico ed ecologista, David Goodall è un uomo di acclarata fama nella comunità scientifica mondiale e nel suo Paese. Classe 1914, lo scorso 4 aprile ha festeggiato il compleanno in famiglia circondato dall'affetto di figli e nipoti: ha compiuto la bellezza di 104 anni in condizioni invidiabili. Gode di buona salute, è autosufficiente, ha una mente lucida, ha ancora la sua cattedra all'università, non ha malattie terminali e non soffre di depressione. Allora qual è il problema? Per il professore l'estrema longevità non è sinonimo di felicità.

Si è stancato di stare al mondo e desidera solo morire. La settimana prossima andrà in una clinica di Basilea, in Svizzera, per praticare il suicidio assistito.

'Vecchiaia, malattia incurabile'

Certo, a 104 anni qualche contraccolpo ha cominciato ad averlo. La vista è calata così come la qualità complessiva della vita essendo costretto a servirsi di un carrellino per muoversi in casa. In molti 'pagherebbero' per giungere alla sua età e nelle stesse condizioni. Ma il professore, laureato in botanica e filosofia nella sua patria, l'Inghilterra, alle spalle una vita lunga e piena di premi e prestigiosi riconoscimenti fra cui una laurea ad honorem all'università di Trieste nel 1990, si è proprio stufato di vivere.

L'ha candidamente confessato alla 'Abc', la tv pubblica australiana che l'è andato a intervistare a casa nel giorno del suo compleanno. In pensione dal lontano 1979, ha continuato a lavorare fino a due anni fa come ricercatore onorario dell’università di Perth. Finché a 102 anni l'esperto di ecologia è stato dichiarato non più idoneo all'incarico ed estromesso.

Un trattamento diventato un caso nazionale in Australia finché, grazie a una sollevazione generale, ha riottenuto il posto come ricercatore in Botanica Agraria e una cattedra. Ma da allora qualcosa è cambiato in lui, si è intristito, le energie per dedicarsi alla ricerca che dava senso alla sua vita sono venute meno. Trova insopportabile l'idea di consumarsi giorno dopo giorno ridotto a far nulla su una sedia, affetto da una "malattia incurabile": la vecchiaia.

Per questo ha deciso di morire.

Ultimo 'volo'

"Non sono felice, voglio morire", ha detto all'Abc dichiarandosi rammaricato di aver raggiunto la sua età. Ha inoltre detto ufficialmente che la sua è una decisione consapevole e non vuole che ci siano interferenze. Per lui morire non è una cosa triste, mentre lo è sentire il peso dell'età o l'impedimento ad andarsene quando ha deciso di farlo. La figlia, anche lei medico, per realizzare l'ultimo desiderio di suo padre, ha raccolto i soldi e preparato le pratiche. Tutto è pronto per l'ultimo volo la prossima settimana in business class: destinazione Basilea nella sede dell'associazione per il suicidio assistito 'Life Circle' e quindi in in una clinica dove realizzare l'ultimo desiderio.

Diritto al suicidio assistito

Per Goodall ogni cittadino, tanto più se anziano, deve poter godere di alcuni diritti fondamentali tra cui quello al suicidio assistito. "L'eutanasia è un mio diritto", ha detto. Gli pare assurdo dover lasciare casa propria, viaggiare dall'altra parte del mondo per morire con dignità. Da molti anni è iscritto all'associazione internazionale Exit per l'assistenza al suicidio che lo ha aiutato nella raccolta fondi per l'ultimo viaggio. Il caso ha suscitato clamore e riacceso il dibattito sull'eutanasia. In Australia è diventata legale lo scorso anno ma solo nello stato di Vittoria: riguarda al momento i malati terminali ed entrerà in vigore solo nel 2019. Troppo tardi per l'ultracentenario che a quella data avrà già risolto il 'problema' a modo suo.