Un’autobomba è esplosa nel centro della città portuale libica poco dopo la mezzanotte. La strada sul lungomare nei pressi del più grande hotel della città, il Tibesti, era gremita di gente che passeggiava dopo l’Iftar, la cena che interrompe il digiuno giornaliero del Ramadan. Il bilancio è di sette vittime, tutti civili, più una ventina di feriti, macchine e negozi completamente distrutti. Si tratta dell’attentato più sanguinoso dallo scorso 24 gennaio quando in una moschea due bombe causarono la morte di 35 persone e ne ferirono oltre 80.

L’attentato non è stato ancora rivendicato, ma le autorità libiche lo attribuiscono alle cellule dormienti islamiste, già responsabili degli attacchi precedenti.

Questo attacco è l’ennesima prova che Bengasi non è sicura e che il generale Haftar, benchè sostenuto dal presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, dal presidente russo Vladimir Putin e dagli Emirati Arabi Uniti, ha un controllo relativo sul Paese ed è lontano dal portare la Libia alla pace.

Terrorismo in Libia

I gruppi terroristici più attivi in Libia si rifanno al Consiglio della Shura dei Rivoluzionari di Bengasi, sotto alla quale si raggruppano le milizie jihadiste che si oppongono al generale Haftar. Fra queste il gruppo Ansar al-Sharia e la Brigata Martiri, che hanno rivendicato gli attacchi all’esercito degli scorsi mesi.

Ansar al-Sahria in particolare aveva sotto il suo controllo, fino alla primavera 2017, diverse città simbolo della rivoluzione del 2011.

Considerato il gruppo terroristico jihadista meglio armato e più pericoloso, avendo dalla sua parte centinaia di combattenti rientrati dal conflitto in Siria, tuttavia il suo potere si è affievolito con il consolidamento dello Stato Islamico.

Chi comanda

Attualmente la città libica si trova sotto il controllo dell’Esercito Nazionale guidato dal generale Khalifa Haftar, il quale rivendica il controllo su tutto il Paese.

Dopo una battaglia iniziata a maggio 2014, con il sostegno di commando delle forze speciali francesi, Haftar annunciò lo scorso luglio che Bengasi era stata strappata definitivamente alle milizie islamiche. I combattimenti ebbero inizio in seguito alla caduta di Gheddafi nel 2011, quando, approfittando del caos e della mancanza di stabilità, lo Stato Islamico si era inserito nel panorama politico del paese.

Il prossimo obiettivo di Haftar è la liberazione di Derna, ultima roccaforte jihadista a Est di Tripoli, intorno alla quale l’assedio sta diventando sempre più intenso.