Se negli ultimi anni il fenomeno delle morti bianche stava andando fortemente diminuendo, se per la maggiore sensibilità delle aziende o se per l’arrivo di macchinari sempre più tecnologici, i primi mesi del 2018 stanno ribaltando questo record, vedendosi protagonisti di un aumento pari all’11,5% rispetto all’anno precedente.
Se si pensa ad un confronto tra il periodo attuale e gli anni 60, le vittime sul lavoro sono diminuite notevolmente; stessa cosa accade se ci si concentra sui numeri degli ultimi anni. Inoltre, le tragedie sono sempre meno sul posto di lavoro e sempre più durante gli spostamenti, e la media italiana si posiziona al di sotto di quella europea.
Allora viene spontaneo chiedersi, come è possibile questo vertiginoso aumento? Quali sono le ragioni a monte delle morti bianche? Potrebbero essere dovute alla riorganizzazione di numerose fabbriche, piuttosto che ad un rinnovo della produzione?
Poco controllo
Una ragione da tenere in conto è la mancanza della ‘piena informazione’ degli operatori che vanno a costituire la catena di montaggio di un appalto. A seguito delle ultime norme, a lavorare su questi vi sono numerose industrie, non più una sola come accadeva un tempo. Questo cambiamento è molto positivo dal punto di vista della distribuzione del lavoro, ma rischia la falla nel momento in cui le aziende richiedenti mancano sia della capacità di coordinamento dei piccoli operatori che dell’abilità di scelta di essi.
Molto spesso accade infatti che ad intervenire in un particolare lavoro non ci siano esperti nel settore, bensì persone che non possiedono una conoscenza piena e totale della situazione in cui mettono mano, causando un effetto domino rischioso non tanto per loro ma quanto per l’operaio dell’impresa madre.
Carenze normative, culturali, di informazione vs carenze qualitative date da bassi investimenti
Altri possibili motivi vanno da ricercarsi, secondo Fabio Mazzenga, direttore della Slim Aluminium che si occupa della sicurezza sul lavoro, nel ‘comportamento’, cioè nel modo in cui gli operatori rispondono ai cambiamenti sulla sicurezza e sulla preparazione a tali temi.
Nonostante il gran numero di corsi e di insegnamenti dati, non è possibile arrivare a toccare ogni angolo del complicato mondo delle piccole e medie imprese. È infatti qui che generalmente, proprio per mancanza di formazione sulle norme, si rilevano comportamenti azzardati ed istintivi a problemi incombenti che si piegano poi nella tragedia.
I sindacati trovano però motivazioni differenti, basate sulla scarsa qualità degli allestimenti e delle macchine in loco. Scarsa qualità dovuta ad un minimo investimento da parte delle industrie, più interessate alle entrate che ai propri dipendenti.
Quando la burocrazia fagocita la sicurezza, elevando la teoria ed eliminando la pragmatica
La ragione, si sa, sta nel mezzo.
Ciò che è certo è che le due campane si incontrano sul fatto che, di chi sia, è proprio la formazione a mancare. Ma perché una parte così importante fa fatica a fare capolino tra le numerose teste in gioco?
Per colpa della burocrazia, che è arrivata ad inghiottire totalmente la sostanza dei trattati sulla sicurezza dei lavoratori, privilegiando l'osservazione e la riflessione sul ‘come si potrebbe migliorare’ al dialogo diretto con chi quella situazione da migliorare la vive in prima persona ogni giorno.