Roma. Le indagini per il processo “Mondo di Mezzo”, avviato nel febbraio scorso con protagonisti Massimo Carminati, presunto capo della mafia capitolina, e Salvatore Buzzi, hanno finalmente avuto nuovi risvolti. I giudici hanno accolto la richiesta avanzata dai PM Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli: gli imputati sono stati dichiarati soggetti “pericolosi socialmente e la loro pericolosità, ritenuta di rilevante spessore, ancora oggi ha caratteri dell’attualità”.

La confisca

Il Tribunale della Capitale ha disposto la confisca di beni - che fino ad ora erano stati sotto sequestro - per oltre dieci milioni di Euro, tra opere d’arte, immobili, terreni, quote sociali, libretti di deposito, conti bancari, obbligazioni, autoveicoli e motoveicoli.

La confisca ha colpito soprattutto gli imputati eccellenti di “Mondo di Mezzo”: Carminati e Buzzi.

Le indagini vedono coinvolti anche alcuni noti imprenditori: Cristiano Guarnera, Agostino Gaglianone, Giuseppe Ietto, Roberto Lacopo, Fabio Gaudenzi, Giovanni De Carlo ed inoltre il braccio destro del boss Carminati, Riccardo Brugia. Il processo “Mondo di Mezzo” è attualmente giunto al secondo grado di giudizio, dopo la sentenza del luglio scorso in cui fu riconosciuta l’esistenza di due associazioni a delinquere, ma non l’aggravante dello stampo mafioso.

Il provvedimento

Il Tribunale di Roma ha imposto, oltre alla confisca dei beni per un valore di dieci milioni di Euro, anche la misura di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nella Capitale per tre anni e presentazione alla polizia giudiziaria una volta alla settimana per i sei imprenditori coinvolti,da scontare una volta espiata la pena definitiva.

La stessa misura sarà poi valutata all’esito della sentenza d’appello, fissata per il prossimo settembre, nei confronti dell’ex Nar Massimo Carminati, dell’ex “ras” delle cooperative Salvatore Buzzi e del braccio destro Riccardo Brugia, i quali sono stati attualmente condannati rispettivamente a venti anni, diciannove anni ed undici anni di reclusione.

Alla base del provvedimento notificato al Gico della Guardia di Finanza (Gruppo investigazione criminalità organizzata) per la sua esecuzione, è la pericolosità dei soggetti ritenuta ancora attuale, proprio come affermato in sede di giudizio: “Si tratta di soggetti pericolosi socialmente e la loro pericolosità, ritenuta di rilevante spessore, ancora oggi ha caratteri d’attualità”.