Un altro duro colpo al colosso informatico di Mark Zuckerberg, Facebook infatti da oggi verrà limitato in diversi Paesi dell’Unione europea: i giovani tra i 13 e i 15 anni avranno bisogno di un permesso dei genitori per accedere all’intero potenziale del social network. Protezione della privacy, filtri su contenuti violenti, una personalizzazione generale minore, questi sono alcuni dei blocchi imposti dal regolamento europeo, aggirabile solo con il via libera dei genitori. Le specifiche sulla nuova legge verranno divulgate entro il termine di aprile.

Statistiche alla mano

Una scelta discutibile che infligge all’azienda americana un altro duro colpo, dopo lo scandalo americano dei dati sensibili e la proposta britannica di limitare l’uso di social network dei giovani a due ore al giorno. Tutti contro Facebook insomma, quello che fino a qualche mese fa era il prodigio del XXI secolo ora viene sempre più cautelato e controllato: ma perché? Che problemi incorrono con l’abuso di Facebook o di altri social network? Subentra in questo contesto la psicologia, la quale nell’ottica preventiva ha sempre nutrito scetticismo verso l’abuso di internet per i giovani. La popolarità dei social network ha fatto affiorare una serie di problematiche di natura psicologica nelle menti più giovani, per citare alcune delle più comuni abbiamo disturbi da stress, ansia, depressione, disturbi del sonno e addirittura bipolarità; tutte queste problematiche hanno riscontrato un’impennata di casi tra i giovani che spendono troppo tempo di fronte ai cellulari.

L’abuso di social network

La domanda fondamentale ora è soltanto una: come fanno questi disturbi a correlare con l’abuso informatico dei giovani? Per dare una risposta bisogna ripercorrere gli effetti psicosociali di questi strumenti, partendo proprio dalla “realtà alternativa” che il social network crea ad immagine e somiglianza del mondo esterno: amici, conversazioni, luoghi, Facebook commuta la realtà in un formato digitale rendendola di facile accesso a tutti.

Tuttavia, l’abuso di piattaforme come queste porta a preferire il mondo dietro il monitor a quello vero, per la sua semplicità e il superamento di alcuni vincoli adolescenziali come la timidezza o la depressione giovanile. Passare troppo tempo dietro i social network di conseguenza altera la percezione della realtà (i due mondi sono simili, non identici), modificando così il modo in cui ci si pone ad essa.

L’impossibilità di porsi nella giusta relazione con il mondo genera disturbi, forme depressive che conducono i soggetti a preferire l’universo “social” a quello vero, generando una spirale degenerativa.