L'Eurospin di Orbassano (Torino) balza nuovamente agli onori delle cronache, dopo il trasferimento in una sede distante 100 chilometri di una dipendente che si era rifiutata di lavorare il 31 dicembre. Aimen Makhlouf, un ragazzo musulmano dipendente da molti anni dell'Eurospin, ha chiesto di non effettuare turni di notte durante il Ramadan. Non solo la richiesta non è stata accolta dall'azienda, ma il giovane è stato trasferito in un'altra sede, ancor più lontana. A segnalare la vicenda è stata la Fisascat Cisl, secondo cui la decisione presa dall'Eurospin è palesemente discriminatoria perché non tiene conto delle esigenze correlate al credo dei dipendenti.

Orbassano: si reca all'Eurospin per lavorare e non lo fanno entrare

Il musulmano si era presentato al lavoro, come sempre, ma non lo hanno fatto entrare nell'Eurospin di Orbassano perché era già stato disposto il suo trasferimento in un'altra sede. Il ragazzo, allora, si è sentito male. Sono dovuti intervenire gli operatori sanitari e le forze dell'ordine per sedare gli animi. Sabatino Basile (della Fisascat Cisl) ha detto che Aimen è stato trasportato all'ospedale dopo il malore. Secondo il sindacalista, l'azienda ha preso una decisione gravissima, che non considera né i contratti né le necessità legate al credo degli impiegati.

Aimen Makhlouf è originario della Tunisia e lavora all'Eurospin da 8 anni.

Negli ultimi anni l'azienda lo ha costretto ad effettuare anche turni notturni, per monitorare i fornitori che scaricano i prodotti. Makhlouf è musulmano e deve osservare il Ramadan, periodo durante il quale devono astenersi, dall'aurora al tramonto, dal consumo di alimenti, bevande e rapporti sessuali. Per il tunisino i turni notturni di lavoro sono diventati un problema.

L'Eurospin, però, non vuole sentire ragioni e la sua risposta al ragazzo è stata severa: il trasferimento in un'altra sede. Aimen, che in 8 anni di lavoro non ha mai ricevuto una lettera di contestazione, è frustrato perché deve lavorare in un punto ancor più lontano dalla sua abitazione. Adesso il suo caso è seguito attentamente sia dalla Fisascat Cisl che dalla consigliera alle Pari opportunità.

La nuova sede di lavoro dista 80 chilometri da casa

Durante una recente intervista, Markhlouf ha raccontato che, tempo fa, aveva chiesto che venisse innalzato il suo livello, poiché il nuovo ruolo di supervisore, affibbiatogli recentemente, non gli compete. I manager dell'azienda gli avrebbero riso in faccia. A quel punto, il tunisino aveva chiesto loro se, almeno, non potesse effettuare i turni notturni durante il Ramadan. Qualche giorno dopo, Aimen si è visto recapitare la lettera dell'Eurospin indicante la sua nuova sede di lavoro. Ora il dipendente deve percorrere 80 chilometri per raggiungere il supermercato in cui lavora.

Oggi il lavoratore tunisino dell'Eurospin si sente deluso perché, dopo tanto lavoro, si aspettava qualche riconoscimento; invece è arrivata una punizione.

Markhlouf, però, ha un contratto a tempo indeterminato e continuerà a lavorare come ha sempre fatto, anche se per recarsi alla nuova sede di lavoro e per rincasare adesso impiega più tempo. Il giovane si batterà per scongiurare il trasferimento, essendo consapevole che non potrà mai cambiare la filosofia di un 'gigante' come l'Eurospin.