Un periodo di crisi, qualche preoccupazione economica e un momento di leggerezza che complica ulteriormente le cose e getta nella disperazione più nera un 39enne di Montebelluna (Treviso) che, in un attimo di sconforto, ha deciso di togliersi la vita.

Ecco quanto sarebbe successo all'agente di commercio ritrovato nella giornata di mercoledì 28 giugno in un capanno per gli attrezzi. L'uomo, che non ha lasciato biglietti d'addio per spiegare il suo gesto, si sarebbe suicidato, impiccandosi. La sua vita, nonostante qualche piccola difficoltà, trascorreva tranquilla, ma qualcosa, qualche ora prima, probabilmente, lo aveva scosso a tal punto da spingerlo a compiere l'estremo gesto: era stato trovato alla guida della sua auto in stato di alterazione alcolica e, per questo, gli era stata ritirata la patente.

Una cosa molto grave, soprattutto se si considera la sua professione, ma ovviamente non senza soluzione.

Gestiva un bar

L'uomo era molto conosciuto in quel di Montebelluna perché per diversi anni aveva gestito un bar, molto frequentato dai giovani dei dintorni. Aveva un carattere, aperto, solare e con le persone ci sapeva fare: anche per questo la sua attività era sempre andata piuttosto bene.

Poi, quando si era sposato ed era diventato padre, per amore della famiglia aveva lasciato la gestione del locale: con due bimbi piccoli era impossibile rimanere tutte le sere dietro un bancone e, per stare più vicino alla compagna, circa un anno fa, aveva cambiato vita: dopo aver lasciato il bar, seppur con qualche difficoltà aveva trovato un posto come rappresentante.

Ora le cose stavano ricominciando ad ingranare, ma per continuare a lavorare per lui era fondamentale essere in possesso della patente di guida che, però, per una leggerezza gli era stata ritirata.

Una serata con i nuovi colleghi di lavoro

Qualche sera fa, il 39enne, è uscito con i nuovi colleghi di lavoro: uno di loro era diventato papà e aveva invitato alcuni amici a festeggiare.

Il rappresentante, dunque, si era concesso una serata "leggera": tanto moglie e bambini erano al mare, in vacanza. Durante la serata, si è lasciato andare e ha bevuto qualche bicchiere di troppo. Tornando a casa, a Crocetta del Montello, però sì è imbattuto in una pattuglia dei carabinieri ed è stato fermato.

Durante il normale controllo, come succede spesso, gli agenti lo hanno sottoposto all'alcol test.

Il risultato non lasciava spazio a dubbi: il 39enne aveva oltre un grammo litro di alcol nel sangue. In questi casi, la patente viene immediatamente ritirata e sospesa.

Probabilmente questo episodio lo ha gettato nello sconforto ed è stata la "classica goccia che ha fatto traboccare il vaso". Quel lavoro di rappresentante gli serviva: se non poteva guidare come avrebbe potuto provvedere alla sua famiglia?

L'uomo, in preda alla disperazione, è tornato a casa e ha deciso di togliersi la vita. Non ha nemmeno tentato di trovare un'alternativa, una soluzione. Si è impiccato, senza lasciare un biglietto per i suoi cari, nel capanno degli attrezzi vicino casa ed è stato trovato, l'indomani, da alcuni parenti che, non avendo ricevuto risposta, lo avevano cercato.

Nessuno avrebbe mai immaginato che dentro avesse un abisso tanto scuro e profondo.

Non è certo che il suicidio sia strettamente legato al ritiro della patente, ma al momento è la pista più accreditata.

Il ricordo dell'amico

Un amico dell'uomo lo ha ricordato come una persona spontanea e serena. "Sembrava tranquillo ed era sempre disponibile con tutti" ha detto "Sono rimasto sconvolto. Chissà cosa gli è passato per la testa l'altra notte. Se avesse parlato, sicuramente, lo avremmo aiutato: avrebbe superato anche questa sfida".