Dopo gli scottanti episodi di malasanità, arrivano quelli di 'malauniversità'. Nell'ultimo anno si sono formate due nuove associazioni a favore dei diritti degli universitari. Si tratta di "Osservatorio indipendente" e di "Trasparenza e merito" che, a pochi mesi dall'inizio della loro attività, hanno già registrato un record di adesioni. Nel giro di un solo semestre hanno raccolto le segnalazioni di 86 presunti casi di 'malauniversità', che comprendono denunce per concorsi a cattedre e dottorati, abilitazioni scientifiche e assegni di ricerca.

Il sistema adottato per contrastare le irregolarità

Attraverso il sistema di Osservatorio indipendente, è possibile inviare una richiesta di attenzione alla dirigenza dell'università in cui è stata individuata una possibile irregolarità in uno o più bandi accademici. Lo scopo dell'associazione, infatti, è quello di contrastare l'insorgenza di concorsi pilotati all'interno dell'ambiente universitario e di sostenere le procedure legali che ne possono scaturire. I reclami sono stati inviati a diversi e importanti atenei, quali le Università di Bologna, Bergamo, Perugia, Roma, Firenze, Siena, Salerno e Torino. Ai rettori delle rispettive università è stato ricordato di adottare procedure che prevengano il rischio di favoritismi, imparzialità e manipolazione dei punteggi, oltre a ribadire che i bandi profilati sono da ritenersi irregolari, poiché basati sulla ricerca di candidati con uno specifico 'identikit', il più possibile in linea con quello dei docenti, invece di basarsi sulle competenze individuali maturate dallo studente.

Al momento sono pervenute solo le risposte dell'ateneo di Torino, che si è difeso affermando che l'intenzione è quella di selezionare figure a elevata specificità, e dell'Università di Bologna, che ha fatto sapere di essere già sufficientemente attenta alla questione, assicurando che i concorsi si svolgono in modo assolutamente lecito e regolare.

Tuttavia, nonostante le numerose segnalazioni, nessun polo universitario ha mai fermato o sospeso alcun concorso. L'associazione, però, non intende retrocedere e continuerà a far pressione, anche ricorrendo a un esposto laddove si rendesse necessario. Per quanto riguarda, invece, Trasparenza e merito, si sono messi in evidenza altri episodi, chiamando in causa università come quelle di Milano, Cagliari e Messina.

Il portavoce dell'associazione, Giambattista Scirè, ha affermato che ''l'unico modo per ottenere giustizia è quello di far emergere pubblicamente ogni singolo caso e rivolgersi alle magistrature''.

L'intervista di una ragazza a Bergamonews

Sullo stesso argomento, nella sezione 'Young' della testata Bergamonews, è stata pubblicata l'intervista a una ragazza neolaureata che ha raccontato di aver subito in prima persona l'ingiustizia dei concorsi. Al termine degli studi, terminati con il massimo dei voti, era intenzionata a iscriversi al dottorato e, successivamente, tentare la carriera da docente universitaria. Il bando per il dottorato era apparso fin da subito poco chiaro, dal momento che non vi era trasparenza sull'assegnazione dei punti attribuiti per ciascun requisito che doveva essere presentato per la candidatura (tesi, ricerche, curriculum ed esito della tesi di laurea).

Inoltre, venivano esposti solo i nomi degli ammessi alla prova successiva, senza fornire chiarimenti e indicazioni su coloro che erano stati scartati. Il suo sospetto è quello che si sia trattato di un concorso 'truccato'. Come lei stessa ha ammesso, non si possono fare generalizzazioni, ma così come a volte accade nella pubblica amministrazione e negli appalti, anche l'ambiente universitario può essere oggetto di corruzione o nepotismo. A conclusione dell'intervista, la ragazza ha dichiarato il sentito bisogno di riaffermare la meritocrazia, in quanto non è tollerabile che una serie di conoscenze o di cognomi importanti prevalga sul merito, sulle aspirazioni e sulla dedizione degli studenti.