Era l'agosto dello scorso anno quando, durante un vertice tenutosi alla Casa Bianca sulle sanzioni imposte al Venezuela, Donald Trump avrebbe chiesto ai suoi consiglieri se fosse il caso di avviare un'azione militare nel Paese sudamericano per sottrarre la popolazione alla morte e alle sofferenze causate dalla presidenza di Nicolas Maduro. Queste rivelazioni proverrebbero da un alto funzionario dell'amministrazione statunitense, e sono state riportate di recente dal giornalista Joshua Goodman.

Le presunte motivazioni di Trump

Stando ad un articolo pubblicato su Twitter da Goodman, cronista dell'Associated Press, il funzionario americano (che avrebbe preferito rimanere anonimo) avrebbe riportato che, di fronte alla proposta di Trump di invadere il Venezuela, l'ex segretario di Stato Rex Tillerson e l'ex consigliere per la sicurezza nazionale, McMaster, sarebbero rimasti a dir poco sorpresi e spiazzati.

Sarebbe stato proprio il generale McMaster ad intervenire per dissuadere il presidente statunitense dai suoi propositi, dicendo che un eventuale attacco al Paese guidato da Nicolas Maduro avrebbe quasi certamente compromesso i rapporti in essere con gli altri Stati dell'America meridionale. Il tycoon, però, nonostante il parere contrario dei suoi stretti collaboratori, sarebbe tornato sull'argomento anche in un secondo momento, intorno all'11 agosto, sostenendo che l'esercito americano è presente militarmente in tutto il mondo, anche in zone decisamente più lontane del Venezuela, dove ci sono diverse persone che soffrono ogni giorno e vanno incontro alla morte.

Stando al pezzo postato sul social network da Goodman, Donald Trump si sarebbe confrontato sull'eventualità di un'operazione bellica in Venezuela anche con Juan Manuel Santos, presidente della Colombia, e con altri quattro leader sudamericani, nel corso di un'assemblea generale delle Nazioni Unite tenutasi a settembre.

Nonostante le sue insistenze, però, i consiglieri del magnate americano sarebbero riusciti a farlo recedere dalle sue posizioni.

La situazione critica del Venezuela

Al di là delle presunte intenzioni di Donald Trump di attuare una strategia bellica, c'è da sottolineare come, in effetti, il Venezuela sia ormai in una condizione di profonda crisi sia economica che umanitaria.

Secondo l'Organizzazione degli stati americani (Osa), nel Paese sudamericano sarebbe in atto una strategia basata sul ricorso sistematico ad arresti, omicidi e torture per tenere nel terrore il popolo.

Un altro dossier realizzato dall'Onu, invece, riporta che sarebbero state eseguite delle esecuzioni arbitrarie di giovani, soprattutto nei quartieri poveri, mascherate come azioni per contrastare la criminalità.

Questi presunti omicidi non sarebbero stati perpetrati soltanto dalle forze di polizia, ma anche da alcuni gruppi filo-governativi che avrebbero portato avanti delle "operazioni per la liberazione del popolo".

Inoltre, per richiamare l'attenzione sulla drammatica situazione che si sta vivendo in Venezuela, il leader dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani, Zeid Raad Al Hussein, avrebbe chiesto di avviare una commissione d'inchiesta proprio verso il Paese guidato da Nicolas Maduro, auspicando anche l'intervento della Corte penale internazionale.

Tuttavia, dopo la pubblicazione di numerosi dati che confermerebbero la drammaticità della situazione nello Stato sudamericano, i diplomatici venezuelani a Washington hanno replicato seccamente, dicendo che i dossier sarebbero stati preparati da attivisti che vorrebbero rovesciare il governo di Nicolas Maduro.