"Io razzista? No, assolutamente no, ma...". Si è difeso così il gestore della palestra "Just Fit" accusato di selezionare i clienti in base al colore della pelle. Anche se, forse, dietro quel "ma" si nascondono ben altre verità: perché, come ha affermato lo stesso titolare: da quando sono aumentati i clienti di colore, sono aumentati anche i furti. La vicenda, accaduta a Monselice, centro del padovano, è stata raccontata dal quotidiano Mattino di Padova.

Mi dispiace, ma non accettiamo nuovi iscritti

Qualche giorno fa Karamba Diouf, senegalese trentunenne, residente in Veneto da diversi anni, ha deciso di iscriversi in palestra.

Tra i diversi impianti sportivi della zona, ha scelto "Just Fit", centro fitness gestito da Rodolfo Boetto. La scelta, però, non è stata del tutto casuale, ha ammesso lo stesso Karamba: "Mio cugino mi ha raccontato che aveva provato a tesserarsi, ma gli era stato detto che per lui non c'era posto".

Così, il giovane che, tra l'altro, è operatore di una cooperativa attiva nel campo dell’accoglienza, ha deciso di vederci chiaro. Magari suo cugino, che non ha ancora una grande padronanza della lingua italiana, si era spiegato male. Diouf si è recato in palestra e ad accoglierlo ha trovato Boetto, gestore del centro da più di 20 anni. Dopo un breve colloquio, anche al 31enne viene data la stessa risposta: "Mi dispiace, ma per voi non c'è posto.

Siamo un circolo privato ed abbiamo solamente 200 posti disponibili: al momento siamo al completo. Fino a quando un socio non lascia non possiamo accettarne di nuovi". Poi, Boetto, ha consigliato al ragazzo: "Se cerchi un centro sportivo, in fondo a questa strada, trovi una palestra che è aperta a tutti".

Per Umberto, italiano e bianco, il posto in palestra c'è

Il giovane senegalese, un po' disorientato, ha raccontato quanto successo ad un collega di lavoro, Alberto Ruggin, esponente locale di +Europa e vicepresidente dell'Associazione L'altra Este; per evitare qualsiasi fraintendimento, gli ha fatto ascoltare la registrazione della conversazione.

Ruggin, sempre in prima linea per difendere i più deboli, ha pensato allora di "mettere alla prova" il gestore della palestra e ha chiesto ad amico italiano e bianco, Umberto, di provare ad iscriversi lui.

Il colloquio di Umberto è stato molto diverso da quello di Karamba. Boetto, infatti, lo ha accolto spiegandogli che, nel mese di giugno, il centro fitness sarebbe stato aperto da lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle 22. A luglio, invece, l'orario avrebbe potuto subire delle variazioni". Quando il "complice" di Ruggin ha domandato se vi erano delle ore di punta da evitare, il gestore della palestra ha subito replicato: "No, qui è difficile aspettare. Se vuoi iscriverti, puoi venire anche domani".

Il titolare: 'Più clienti neri, più furti'

A questo punto, Umberto, ha "mostrato" le sue carte e ha chiesto: "Come mai queste differenze di trattamento?". Il titolare ha spiegato: "Non sono razzista, circa il 30% degli iscritti non è italiano e ci sono anche clienti dalla pelle nera. Però, negli ultimi tempi, ho notato che, con l'aumentare dei clienti neri, sono aumentati anche i furti negli spogliatoi. E non è una coincidenza". "Dunque - si è difeso - quando arriva qualcuno di colore che vuole iscriversi valuto con molta attenzione il modo in cui si presenta e poi decido se offrirgli la possibilità d'iscriversi". Comunque sia, per amor di cronaca, va precisato che "Just Fit" era, fino ad un anno e mezzo fa, un circolo privato. Oggi è una palestra aperta a tutti. O quasi.