Per motivi di sicurezza l'11 luglio 2018, il Viminale ha provveduto ad espellere con un volo diretto per Tunisi, un tunisino di 31 anni di cui ancora non è stato reso noto il nome, ritrovato a Napoli e ritenuto pericoloso per la sicurezza nazionale a causa delle sue frequentazioni con connazionali che erano già stati espulsi nei mesi precedenti per accertata appartenenza ad ambienti dell'estremismo islamico.

Alla ricerca di proseliti

L'uomo, già sospettato di aver combattuto in Libia con i jihadisti, era molto attivo sui social media dove cercava nuovi adepti con l'intento di organizzare attentati nel nostro Paese.

Per questo motivo il ministro dell'Interno, Matteo Salvini ha provveduto a firmare l'espulsione dell'uomo che ha già lasciato in queste ore l'Italia.

Espulso anche un 26enne

Solo il 10 luglio era stata resa nota da un comunicato stampa del Ministero dell'Interno, la notizia dell'espulsione di un 26enne sempre di Tunisi, che viveva a Genova.

L'uomo era arrivato in Italia nel 2014 e aveva ottenuto un permesso di soggiorno per motivi di studio. Dal 2015 però era sotto controllo perchè risultato legato ad Anis Hanachi, fratello di Ahmed, colui che aveva assassinato due donne il 1 ottobre 2017 a Marsiglia.

Il 26enne ricercato in Francia, era stato poi espulso e si era rifugiato in Italia, a Genova, dove è stato poi trovato e accompagnato a Tunisi con un volo da Malpensa.

Espulsioni in aumento

Non si abbassa la guardia. I controlli per garantire la sicurezza del nostro Paese continuano a portare i loro frutti. Sono già 63, infatti, i provvedimenti di espulsione nel 2018, che si aggiungono ai 300 effettuati da gennaio 2015. Oltre alle espulsioni non mancano gli arresti in ambito di protezione nazionale.

Risale solo ad un mese fa l'arresto, sempre a Napoli, di un 34enne gambiano ritenuto dagli inquirenti psicologicamente instabile.

L'uomo affiliato all'Isis, era stato individuato come "soggetto borderline". Solito "mimare" attentati, scene di esplosioni e di attacchi, nel Centro di accoglienza che lo ospitava, amava lui stesso definirsi "un soldato di Dio" e si dichiarava con orgoglio un affiliato dell'Isis.

Il gambiano di nome Sillah Osman aveva partecipato ad un addestramento militare dove si formano futuri kamikaze e insieme a lui un 22enne Alagie Touray, a sua volta già arrestato ad aprile a Pozzuoli. I due avevano in programma di portare a termine un attentato in cui miravano di uccidere un gran numero di persone lanciandosi con un furgone sulla folla in un luogo non precisato.