Nelle ultime ore il ministro dell’Interno Marco Minniti ha lanciato l’allarme: “Non è mai stata così forte come ora la minaccia della jihad in Italia. Così, mentre l’allerta per il terrorismo è scattata in tutta Europa negli ultimi giorni, nel nostro Paese si registrano una serie di operazioni volte a smantellare le nascenti organizzazioni di supporto all’Isis. Dopo l’inchiesta di Foggia sul presidente dell’associazione “Al Dawa”, scoperto a indottrinare i piccoli che seguivano le sue lezioni di religione, incitandoli a “sgozzare i miscredenti”, una nuova indagine della Procura di Torino, che ha impegnato anche le forze dell’ordine di Milano, Napoli, Bergamo, Modena e Reggio Emilia, ha portato all’arresto di un 23enne marocchino naturalizzato italiano.

Un fenomeno in crescita in Italia

Si tratta Elmahdi Halili, ritenuto un personaggio fondamentale nel processo di radicalizzazione e proselitismo, attualmente in corso nel nostro Paese, che avviene soprattutto attraverso il web. “Sono fiero di andare in carcere in nome di Allah” ha dichiarato mentre entrava in questura, scortato dagli agenti della Digos, a Torino. Con lui sono finiti sotto indagine molti cittadini stranieri, ma anche alcuni italiani, convertiti all’Islam. Sono state effettuate in tutto il nord Italia una serie di perquisizioni per smantellare la rete di estremisti che si è creata nel tempo. L’uomo, accusato di essere un membro dell’associazione terroristica dello Stato Islamico, è considerato l’autore del primo testo di propaganda dell’Isis realizzato in italiano.

L’attività di proselitismo

Già nel 2015 Elmahdi Halili aveva patteggiato due anni di reclusione – con sospensione condizionale della pena – per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo, per la sua attività di diffusione tramite internet, di alcuni documenti che esaltavano la jihad. Tuttavia questa condanna non lo aveva fermato: l'uomo ha continuato a pubblicare il materiale di propaganda dell’Isis, intensificando l'attività man mano che il suo processo di radicalizzazione si completava.

Così negli ultimi anni ha diffuso sul web i filmati delle esecuzioni di militari e civili, le operazioni militari in Siria e Iraq, le rivendicazioni dei diversi attentati che hanno insanguinato l’Europa e soprattutto i messaggi di personaggi come Anwar Al-Awlaki, un predicatore noto come “il Bin Laden del web”, che invitavano a combattere per lo Stato Islamico.

In particolare, in occasione dell’uccisione del portavoce del Califfato, Abu Mohamed Al Adnani – avvenuta ad Aleppo il 30 agosto 2016 – Halili ha creato una piattaforma in cui ha condiviso tutti gli interventi del braccio destro di Al Baghdadi, compresi quelli che invitavano i cani sciolti presenti in Europa a scatenare l’ondata di terrore che ha portato alla serie di stragi che si sono succedute a partire dal 2015.