Il sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi ha richiesto i tabulati telefonici del cellulare di Manuela Bailo, la 35enne residente a Nave in provincia di Brescia, scomparsa nel nulla insieme alla sua automobile da sabato 28 luglio. Al magistrato interessano anche le celle telefoniche, per capire da dove siano arrivati i messaggi che avrebbe continuato ad inviare fino al lunedì successivo alla sparizione. In realtà sono molti i dubbi sulla loro autenticità: parenti ed amici della donna sostengono che non sembrano scritti da lei.
E così l’ultima traccia del suo passaggio resta in un filmato registrato dalla videocamera di sorveglianza dell’appartamento che la giovane condivideva con il suo ex compagno, nonostante la loro relazione fosse terminata da due anni.
Le ultime immagini della donna: la chat e poi un pianto
Le immagini la ritrarrebbero mentre prende degli indumenti da uno stendibiancheria, ma anche intenta a chattare con qualcuno e poi a piangere. Da quel momento nessuno ha più visto lei e la sua Opel Corsa grigia. Solo alcuni messaggi partiti dal cellulare aziendale, che da subito hanno insospettito chi la conosceva bene, come la sorella Arianna o l’ex fidanzato Matteo Sandri, perché scritti in uno stile molto diverso da quello di Manuela.
E anche gli inquirenti sembrano essere dello stesso avviso. Inoltre escludono l’allontanamento volontario, perché mancano gli indizi che di solito si riscontrano in questi casi, come i prelievi di denaro e soprattutto perché la 35enne era abituata a non far mai nulla da sola.
Così i familiari hanno deciso lo scorso primo agosto di denunciarne la scomparsa ai carabinieri, che hanno sentito una trentina di persone vicine alla donna, senza riuscire a far luce sulla vicenda.
Il contenuto dei messaggi inviati dopo la scomparsa
Manuela quel sabato sarebbe dovuta partire per una breve vacanza sul Lago di Garda, dove però non si è mai vista.
Sono diversi i messaggi inviati al suo ex compagno, con cui si era lasciata – pur continuando a convivere con lui sotto lo stesso tetto – in seguito ad una sua relazione con un uomo sposato, anch’essa ormai terminata: inizialmente gli avrebbe confermato l’intenzione di dormire fuori casa nel weekend e poi di non tornare nemmeno la domenica sera, ma di presentarsi direttamente al lavoro.
Ma al Caf della Uil dove la donna è impiegata nessuno l’ha vista: arriva invece un ennesimo sms, questa volta al suo responsabile, per informarlo che si sarebbe assentata per malattia a causa della febbre. A questo punto emerge un particolare importante: il datore di lavoro le avrebbe chiesto ragguagli relativamente ad una pratica che la giovane stava seguendo, senza però ricevere risposta. L’impressione è che tutti i messaggi siano partiti dalla mano di qualcuno che conoscesse amicizie ed abitudini della scomparsa, ma non le sue attività professionali.Tuttavia, poche ore dopo, scrive ad un collega, raccontando di essere andata dal medico di base, di avere la bronchite e di prendersi qualche giorno di riposo; ma anche in questo caso il dottore che l’ha in cura ha negato di averla visitata.
Nel frattempo dal cellulare partono altri sms in cui la donna assicura di essere ospite da un’amica, da cui però non è mai andata. Fino alle 20:51 di lunedì 30, quando il telefonino viene definitivamente spento e Manuela sembra non lasciare più nessuna traccia di sé.