Kim Jong-un torna agli onori della cronaca internazionale. Ad un 2017 in cui è stato mattatore assoluto della scena, con venti di guerra che soffiavano intensi sulla penisola coreana a causa dei continui test missilistici (alcuni dei quali hanno violato lo spazio aereo giapponese), è seguito un 2018 all'insegna della distensione. Prima la tregua olimpica, poi gli accordi con la Corea del Sud e, lo scorso giugno, lo storico bilaterale con il presidente americano Donald Trump. Nella circostanza, il leader della Corea del Nord aveva espresso il suo impegno verso la denuclearizzazione dell'arsenale, un processo comunque lungo che non può essere compreso in pochi mesi o, almeno, non andrà certamente messo in atto nel breve termine.
La notizia, pertanto, è abbastanza clamorosa. Secondo un rapporto di esperti presentato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Pyongyang non avrebbe alcuna intenzione di procedere verso questa direzione e, al contrario, starebbe andando avanti con il suo programma di sviluppo nucleare.
Il rapporto ONU
L'accusa è abbastanza diretta e la fonte piuttosto autorevole. "La Corea del Nord non ha messo fine al suo programma missilistico e nucleare e continua ad agire in violazione delle sanzioni", recita testualmente il rapporto di esperti che è stato presentato ieri, 3 agosto, dinanzi al Consiglio di sicurezza dell'ONU. Tra le violazioni, in particolare, viene citato "un incremento dei trasferimenti illegali di petrolio da nave a nave".
Tra le ulteriori accuse che vengono mosse nel citato rapporto, c'è anche il sospetto che la Corea del Nord stia fornendo armi leggere a Paesi come Sudan, Yemen e Libia, attraverso non precisati 'intermediari stranieri'.
L'allarme dei servizi segreti USA
Pochi giorni fa, Washington Post e Reuters hanno lanciato un allarme, citando fonti dell'intelligence statunitense.
In Corea del Nord ci sarebbe una fabbrica di armi balistiche che lavora a pieno regime, si tratterebbe dello stabilimento di Sanumdong dove sarebbe in costruzione una nuova tipologia di missile intercontinentale. Secondo le fonti citate dagli organi di stampa americani, i missili in costruzione sarebbero a combustibile liquido e, pertanto, molto meno pericolosi di quelli a combustibile solido perché più difficili da alimentare.
Ma questo tipo di attività sarebbe proseguita anche durante i colloqui di pace dei mesi scorsi, quelli con la Corea del Sud e con Trump a Singapore. Qualche giorno fa anche il segretario di Stato USA, Mike Pompeo, aveva ammesso che il regime di Pyongyang 'sta proseguendo con l'arricchimento di materiale nucleare". Il rapporto ONU, tra l'altro, arriva ad un giorno di distanza dal monito dello stesso Pompeo nei confronti di Russia e Cina. Washington ha messo in guardia Mosca e Pechino circa eventuali violazioni delle sanzioni contro la Corea del Nord. "Non accetteremo comportamenti che indeboliranno la pressione esercitata su Pyongyang".