Una notizia inquietante quella che emerge da un recente rapporto pubblicato dal noto settimanale L'Espresso. Il giornale ha infatti acquisito una documentazione relativa ad un verbale di una riunione tenuta il primo febbraio scorso, che dimostra come tutti fossero a conoscenza della grave situazione in cui versava la struttura. Tra queste figurano anche il Ministero per le Infrastrutture e la stessa società Autostrade per l'Italia.
I tiranti erano ridotti del 20%
Ormai è quasi dato per certo che a causare il crollo del ponte siano stati proprio i tiranti dello stesso.
Si era ipotizzato infatti, nei momenti immediatamente successivi alla tragedia, che proprio gli stralli del ponte avessero ceduto. Questa tesi pare confermata dall'incredibile rapporto pubblicato da L'Espresso. Infatti, nella relazione tecnica della Commissione, nella quale figurano tra l'altro lo stesso Antonio Brencich e l'architetto Roberto Fanizza (a cui sono state affidate le indagini per stabilire le cause del disastro), si apprende come i tiranti del ponte fossero ridotti del 20%. I difetti riguardavano precisamente gli stralli 9 e 10. Questo dimostra come i cavi, con il passare del tempo, si fossero logorati: lo stesso Brencich tra l'altro aveva notato qualche giorno fa, come proprio questi ultimi fossero gli indiziati numero uno per la causa della tragedia.
Almeno sette tecnici, di cui cinque dello Stato, erano quindi a conoscenza delle condizioni di degrado del viadotto Morandi.
Tragedia annunciata
Visto il recente rapporto pubblicato dal settimanale, se veramente così stanno le cose, quella di Genova è una tragedia annunciata. Chiaramente sono già partite le indagini per riconoscere eventuali responsabili.
Il rapporto appena pubblicato da L'Espresso, per sostenere ancora di più le sue ipotesi, fa riferimento ad un documento del Provveditorato alle opere pubbliche, emanato sempre a febbraio 2018, nel quale si legge come sia Brencich che Fernazza mostrino perplessità sulla stabilità del Morandi. Nonostante tutto, nessuno avrebbe fatto nulla per impedire il disastro, il volume di traffico sarebbe rimasto infatti costante.
Si sapeva anche, sempre da quanto emerge dai documenti pubblicati dal settimanale, come il calcestruzzo presentasse quelli che vengono definiti "aspetti discutibili". Il documento smentirebbe quanto sostenuto dal concessionario, e cioè che il ponte fosse sicuro. Intanto le indagini della Commissione procedono.