Assenteismo, un fenonemo che in Italia - stando ai dati - è piuttosto diffuso ed investe diversi ambiti lavorativi, senza alcuna distinzione. I cosiddetti 'furbetti del cartellino', stavolta, sono i protagonisti di una vicenda accaduta all'interno della Reggia di Caserta. Per costoro, però, l'epilogo al momento è piuttosto drastico: sono state licenziate in tronco sei persone senza neanche attendere l'esito di un eventuale processo, a pochi giorni dall'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Nonostante il pm non abbia ancora richiesto il giudizio per i soggetti in questione, il Ministero dei Beni culturali ha preso la decisione di sollevarli dal ruolo di custode dopo averli convocati a Roma lo scorso 25 luglio, applicando la Legge Madia.
I furbetti del cartellino licenziati immediatamente dal Mibact
Secondo quanto riferisce il quotidiano Il Sole 24 Ore, l'indagine nei confronti di queste persone è cominciata nell'agosto del 2016 a causa di alcuni furti di scarsa entità che si sono verificati all'interno del complesso: venne svaligiata la buvette e sparirono due biciclette. Episodi che, però, avevavo messo in evidenza alcune falle presenti nel sistema di sicurezza della Reggia di Caserta. Nessuno, infatti, si era accorto dei ladri, ma semplicemente perché i custodi non si trovavano di fronte ai loro monitor per tenere sotto controllo la situazione. Pertanto, con l'applicazione della Legge Madia che permette di estinguere il rapporto di lavoro ancora prima del giudizio processuale, il Mibact ha potuto licenziare in tronco gli addetti alla vigilanza che si allontanavano dal posto di lavoro dopo aver timbrato il loro badge, con l'accusa di truffa aggravata e continuata e di falso nelle attestazioni di presenza in servizio.
Le immagini sono inequivocabili
Grazie alle immagini raccolte dalle telecamere, infatti, si può constatare chiaramente come i dipendenti timbravano il cartellino e lasciavano il posto di lavoro per andare al bar, in pizzeria o per fare una passeggiata all'esterno della Reggia di Caserta o addirittura per prendere l'auto o la moto e andare altrove.
Raffaele Narciso, Giovanni Maiale, Leonisio Ammirati, Benedetto Petriccione, Francesco Martone e Giovanni Antonio Di Sarno: sono questi i nomi dei custodi incastrati nell'indagine sull'assenteismo. Ironia del destino, si tratta di un'indagine che, come abbiamo già detto, è partita per tutt'altro motivo.