"There’s nowhere for me to be" (in italiano: "non c'è alcun posto per me"): è questa la frase che è apparsa sui muri del Liceo Gian Battista Brocchi, in Viale XI Febbraio, 65 a Bassano del Grappa (comune in provincia di Vicenza). Tutti l'hanno notata. Anche il preside dell'Istituto che, invece di arrabbiarsi per il muro imbrattato, ha provato a coinvolgere tutte le classi della sua Scuola per dare un senso - e delle risposte - a quelle parole che avevano tutta l'aria di essere un grido disperato, una ricerca d'aiuto. La reazione avuta dai suoi studenti, come riportato dall'edizione veneta del Corriere della Sera, è stata commovente.

There’s nowhere for me to be

Arrivando a scuola, il preside Giovanni Zen, ha subito notato quella scritta bianca sulla "Chiocciola". Ha chiesto immediatamente informazioni ad alcuni studenti, ma non lo ha fatto, però, con il tono inquisitorio di chi vuol trovare il colpevole per metterlo di fronte alle sue responsabilità e punirlo. Quella frase scritta in inglese - There’s nowhere for me to be - infatti, non gli è sembrata un atto vandalico, una rivendicazione o una protesta. Più che altro, quel messaggio - che tradotto in italiano significa "Non c'è alcun posto per me" - gli era parso un appello disperato (lasciato magari da qualche studente o da qualche studentessa). E, confrontandosi con i ragazzi, ha avuto conferma che, anche per loro, fosse così.

Quella scritta, lasciata, forse, da qualche "adolescente invisibile" che - per i motivi più svariati - si sente al suo ultimo bivio, non era banale, ma poneva un interrogativo forte. E, per questo, meritava una risposta.

La "sfida" risposte dei ragazzi

Il preside del liceo Brocchi, invece di far cancellare la scritta, ha deciso di utilizzarla come spunto di riflessione e ha chiesto - in una circolare indirizzata a tutti gli studenti delle sue 90 classi - di riflettere sul significato di quelle parole e di quel gesto.

Gli studenti hanno così replicato all'accorato e disperato appello, dimostrando un'inaspettata sensibilità e solidarietà. Nel giro di poche ore, sul muro intorno alla scritta sono apparsi decine e decine di cuori e post-it contenenti risposte piene di speranza, coraggio e fiducia. In molti hanno voluto far capire all'autore che comprendono il suo stato d'animo (tutti quanti, per trovare il nostro posto nel mondo, abbiamo bisogno di amore) e, hanno voluto incoraggiarlo (anche se sta passando un brutto momento, non è solo).

Anche il dirigente scolastico ha voluto lasciare un messaggio (condiviso da tutto il corpo docente e dal personale scolastico): "C’è un posto per ciascuno. - si legge - Vieni, la porta è sempre aperta, non serve nemmeno bussare''.

Il preside Giovanni Zen, inoltre, ha aggiunto che non è intenzionato a sporgere denuncia. In questo caso, ha spiegato, sarebbe sbagliato fissarsi su un muro sporcato; la scuola, infatti, dev'essere un luogo aperto ed accogliente: una casa per tutti.