I genitori di Matteo Renzi sono stati rinviati a giudizio dal gip di Firenze, Silvia Romeo, con l'accusa di aver emesso delle fatture false riconducibili a delle società controllate da loro stessi. Oltre a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, nell'inchiesta è stato inserito il nome dell'imprenditore Luigi Dagostino, sul quale però pende anche un'accusa per truffa.

La Procura di Firenze aveva chiuso le indagini ad aprile, e l'11 maggio i pm Christine von Borries e Luca Turco avevano avanzato richiesta di rinvio a giudizio. I genitori dell'ex Presidente del Consiglio durante l'inchiesta erano stati raggiunti da due avvisi di garanzia con conseguente invito a comparire.

In quell'occasione, però, il padre di Renzi, dopo aver comprato una pagina del "Quotidiano Nazionale", aveva affermato che si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere, chiedendo a gran voce di poter dimostrare la sua innocenza in un regolare processo.

I coniugi Renzi avrebbero emesso due fatture fittizie

Secondo l'accusa, Tiziano Renzi e Laura Bovoli avrebbero emesso due fatture da 20mila e 140mila versate a due società da loro controllate (Party e Eventi 6) per dei progetti in realtà inesistenti. Nello specifico, si tratterebbe di studi di fattibilità richiesti dalla Tramor Srl, società che gestiva l'outlet The Mall di Leccio Reggello (provincia di Firenze). In realtà, dalle indagini dei pm sarebbe risultato che i progetti non sarebbero mai stati avviati, mentre i pagamenti sarebbero stati effettuati eccome.

Il legale dei coniugi Renzi fiducioso sull'esito del processo

La causale delle fatture riguarderebbe "prestazioni di servizi di accoglienza" per il centro commerciale The Mall, ma le cifre dell'intera operazione non sarebbero rispondenti alle attività fornite dalle due società dei coniugi Renzi. La prima udienza del processo si terrà il 4 marzo 2019.

Della difesa dei genitori dell'ex premier si occuperà l'avvocato Federico Bagattini, il quale ha affermato che il rinvio a giudizio non è stato affatto una sorpresa, poiché insieme ai suoi assistiti avevano già capito che si sarebbe arrivati a questa decisione fin da quando avevano chiesto il processo nel marzo del 2018. Il legale, inoltre, ha aggiunto di essere molto fiducioso sull'esito del procedimento, poiché le fatture contestate non solo esistono e "sono state regolarmente pagate", sottolineando anche che il progetto finito nel mirino dei pm "è in corso di realizzazione".