Dopo i danni causati dall'uragano Florence, un camionista ha deciso di dare una mano anche a quegli esseri che non potevano salvarsi da soli: così Tony Alsup, 51 anni, originario del Tennessee, ha deciso di mettersi alla guida di uno scuolabus e salvare ben 64 animali, 53 cani e 11 gatti, minacciati dal pericolo di alluvione.

L'arca di Noè del 2018 è uno scuolabus

"Ho pensato: anche queste sono vite", ha dichiarato Alsup al Washington's Post durante una pausa in una waffle house, domenica scorsa. Era sulla strada da lunedì, salvando animali e traghettandoli dal South Carolina all'Alabama.

Dentro al bus si è occupato di rimuovere i sedili per fare più spazio per i suoi amici a quattro zampe, ha fatto scorta di acqua e cibo per animali e si è messo in viaggio. Sulla fiancata ha scritto: "rifugio per animali di emergenza": un'arca di Noè, ma su ruote. E Alsup stesso è ormai diventato un moderno Noè.

Tony ha intenzione di aprire un vero e proprio rifugio per animali

Non è la prima volta che Alsup si cimenta nel salvataggio di animali minacciati dai fenomeni naturali: si occupò di prelevare gli animali nei rifugi a rischio da quando l'uragano Harvey ha colpito il Texas. Lesse sui giornali numerosi annunci di rifugi sovrappopolati che non potevano più ospitare tutti gli animali che erano riusciti a salvare.

Tony dunque si propose di aiutare a spostarli in una zona sicura, ma non disponeva di spazio sufficiente: da qui l'idea dello scuolabus. In questo modo ha continuato a salvare cani, gatti e persino aiutato a prendersi cura di cavalli durante gli uragani Irma, Maria e ora Florence. Il suo sogno è quello di aprire un suo rifugio per animali.

Ha contattato i rifugi tramite i social e in meno di 48 ore si presentava per aiutarli

Tony ha usato Facebook per promuovere la sua iniziativa e contattare i rifugi che avessero bisogno di consegnargli animali: "Ho ancora spazio" scriveva. E così, in un tour estenuante, si presentava alle loro porte per prelevare tutti gli animali che ancora non erano ancora potuti essere trasferiti e che i rifugi locali non potevano ospitare.

Dopodiché si è occupato di portarli in rifugi sicuri o presso case di famiglie che avevano deciso di adottarli. Alcuni sono stati assegnati il giorno stesso. Aslup non ha comunque ancora finito il suo viaggio: ha nella lista ancora diversi rifugi da visitare, prima di completare la sua eroica, piccola missione.