Il carcere romano di Rebibbia è stato oggi teatro di una tragedia: una delle detenute ha lanciato i suoi due figli dalle scale. Uno dei bambini è morto mentre l'altro, di soli due anni, è in gravi condizioni. La donna, una 33enne tedesca, si trovava nell'area dedicata ai bambini, l'asilo nido di Rebibbia, in cui alloggiano i bambini di età compresa tra zero e tre anni. La madre li ha buttati da una scalinata all'interno della struttura, provocando la morte immediata del più piccolo e lasciando l'altro in condizioni disperate.
Il bambino è stato trasportato d'urgenza all'ospedale Bambin Gesù con il codice rosso ed ora i medici stanno tentando di salvargli la vita.
Per la donna si è aperta un'indagine per omicidio e tentato omicidio. La detenuta si trovava a Rebibbia per reati connessi alla droga e lo scorso agosto era stata condotta a Rebibbia dopo un'estradizione dal suo Paese natale, la Germania.
Un raptus improvviso o tragedia premeditata?
La notizia della tragedia è stata data dal responsabile del carcere, Lillo Di Mauro, che in queste ore sta analizzando la vicenda insieme al ministro della giustizia, Bonafede, al direttore del Dipartimento per l'Amministrazione penitenziaria Basentini e al procuratore aggiunto Maria Monteleone, che coordina i magistrati che si occupano di reati sui minori. Dalle testimonianze e dal racconto del direttore si è evinto che forse la donna avesse già l'intenzione di compiere l'assurdo gesto e che non sia stato un attimo di follia improvvvisa.
La detenuta questa mattina doveva sostenere un colloquio con i suoi famigliari e come solito sarebbe passata a vedere i bambini al nido, come tutte le altre detenute con figli piccoli.
Lei però ha atteso che tutte le altre compagne andassero avanti e, rimasta sola con i figli, ha lanciato dalle scale prima il minore che si trovava nella carrozzina, poi l'altro di due anni.
Secondo le cartelle cliniche conservate in carcere la donna non soffrirebbe di patologie psichiche né risulta che ne abbia sofferto in passato. L'unico motivo che forse l'ha spinta all'orrore è la preoccupazione per il futuro dei suoi bambini, che aveva manifestato ai parenti nel corso di precedenti colloqui. Colloqui avuti a metà settembre con alcuni familiari in cui la donna avrebbe mostrato preoccupazione per il futuro dei suoi figli e forse in un attimo di follia ha pensato che uccidendoli avrebbe loro evitato pene peggiori.