Papa Francesco in queste ore sta visitando la Sicilia, teatro della trattativa Stato-Mafia, uno dei periodi più bui della Repubblica. La scelta del Papa di commemorare il giudice Falcone, Don Giuseppe Puglisi ed altri eroi che si sono battuti per una Sicilia libera dal malaffare, segue il percorso di scomunica che dalla piana di Agrigento San Giovanni Paolo II - in una invettiva solenne contro i clan - lanciò verso i poteri forti. Un grido di dolore e di rabbia per allontanare più persone possibile da questo triste percorso criminale.

I nomi nobili che contrastarono la mafia

L'attenzione è sulla mancanza di lavoro, sulle infrastrutture ed i servizi sociali che devono essere potenziati per avere maggiore peso nella lotta urbana. Il presidente Sergio Mattarella ne fu testimone in prima persona, con la morte di suo fratello Piersanti, all'epoca presidente della Regione Sicilia. Ma altri nomi illustri caddero negli attacchi al potere mafioso: Boris Giuliano fu il Capo della Squadra Mobile di Palermo che aiutò Giovanni Falcone a delineare un soggetto più ampio della criminalità organizzata. Le sue intuizioni contribuirono a sferrare il colpo del Maxiprocesso degli anni '90. Motivazione e senso delle istituzioni a quel tempo furono le sole armi di contrasto alla società malavitosa.

Palermo è una città martire. Ovunque per le strade ci sono targhe, monumenti e piazze che ricordano il periodo delle stragi mafiose. Dal 1964 al 1982 si calcolano oltre 300 omicidi e sparatorie. Gli uomini dello Stato ed i cittadini inermi furono le vittime di una lotta tra Stato e mafia che sfiorò la guerra civile. Quel periodo terminò con l'uccisione nel 1982 del Generale dei Carabinieri Dalla Chiesa.

In quel momento fu inserito nel codice penale il reato di associazione criminale di stampo mafioso.

Mafia Capitale e la verità sulle stragi

Ora la mafia si veste all'inglese - usando un eufemismo - ed ha allargato il suo potere finanziario veicolando le gare pubbliche ed ingenti capitali esteri. È il teorema di Mafia Capitale.

Una organizzazione verticistica dove venivano sistematicamente truccati tutti gli appalti pubblici. Da questa innovativa versione nascono nuove correnti malavitose. La prima - cosiddetta 'antimafia della mafia' - ostacola la scoperta dei veri collusi nella Pubblica Amministrazione. Dall'altra c'è il fenomeno del depistaggio, delle fake news che veicolano il processo democratico attraverso la calunnia ed il voto di scambio.