Oltre sette anni di guerra, più di 350 mila morti e circa 6 milioni di persone che hanno chiesto asilo politico all'estero. Sono alcuni dei dati più significativi della tremenda crisi siriana in atto dal 2011 che, in questo scorcio finale del 2018, sta vivendo il suo epilogo. Il finale è già scritto, la guerra si concluderà con la vittoria delle forze governative del presidente Bashar al-Assad il cui esercito, con il supporto militare russo ed iraniano, sta per scagliare l'ultima offensiva sulla provincia settentrionale di Idlib. Questione di tempo, dunque, anche se la battaglia alla quale prenderanno parte oltre 150 mila uomini sul fronte di Damasco, si preannuncia lunga e sanguinosa come quelle che hanno permesso alle forze di Assad di prendere Aleppo e la Ghouta Orientale.

Sul fronte opposto ci sono le ultime milizie ribelli tra cui spiccano i jihadisti del gruppo Hay’at Tahrir al-Sham, l’ex Fronte al-Nusra, costola siriana di al-Qaeda che conta circa 10 mila affiliati tra cui molti stranieri. Ed a proposito di combattenti stranieri, i famosi foreign fighters che hanno caratterizzato la guerra civile siriana combattendo anche tra le file dell'Isis, in parecchi dinanzi al tracollo delle milizie a cui si erano aggregati avrebbero cercato rifugio in Europa. Questo è il parere del ministro degli esteri siriano, Walid al-Mouallem, che sarebbe supportato da una corposa banca dati. L'esponente del governo di Bashar al-Assad, in proposito, lancia una proposta all'Unione Europea i cui Paesi, nella maggioranza dei casi, sono stati ostili in questi anni all'esecutivo siriano.

'Possiamo aiutarvi a risolvere parte della questione migratoria'

Unione Europea e migranti, tema scottante ed attuale in questi mesi, soprattutto in Italia dove il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha annunciato una 'stretta sui flussi' parzialmente messa in atto e dove il governo M5S-Lega è alle prese con un'autentica battaglia (poco diplomatica) con gli altri Stati membri dell'UE.

La proposta che arriva dalla Siria, però, non è certamente un supporto sui flussi migratori, ma ovviamente stando alle parole del ministro al-Mouallem potrebbe dare un aiuto concreto per scovare eventuali terroristi e foreign fighter che si nascondono in Europa. "Voi - dice Walid al-Mouallem parlando al canale televisivo russo Rossiya 24, rivolto all'Unione Europea - soffrite della questione migratoria ed in parte la Siria può aiutarvi a risolverla.

L'Unione Europea necessita di una banca dati sui terroristi provenienti dal nostro Paese: sono informazioni in nostro possesso, ma non le condivideremo senza nulla in cambio. I Paesi dell'UE sono chiamati a correggere gli errori commessi contro il popolo siriano".

'La vittoria è vicina'

Facendo riferimento alla campagna militare che sta per iniziare, il ministro siriano parla di "vittoria ad un passo" e sottolinea che "la maggior parte del territorio siriano è stata liberata dai terroristi". Poi punta l'indice sui presunti attacchi chimici dei quali è stato pesantemente accusato il suo governo ed all'ultimo raid punitivo lanciato da Stati Uniti, Regno Unito e Francia lo scorso aprile. "L'aggressione non ha influenzato il morale della nostra gente ed i nostri piani di liberazione di Idlib", ha detto ancora al-Mouallem, ribadendo che "USA, Gran Bretagna e Francia si sono inventati l'utilizzo delle armi chimiche ed è un pretesto ormai famoso in tutto il mondo".