L'indagine statistica condotta da un software informatico e successivamente presentata a Statistcall, Festival della Statistica a Treviso dal 21 al 23 settembre 2018, ha lasciato in molti a bocca aperta. Lo scenario ipotizzato è alquanto inquietante: l'analisi del programma riporta che tra 100 anni la popolazione di italiani sarà drasticamente calata.
Indagine statistica, nel 2118 solo 16 milioni di abitanti in Italia
Oggi in Italia sono presenti 59 milioni di abitanti, ma stando all'attuale tasso di natalità e mortalità, il programma ha calcolato che tra 100 anni ci saremo quasi estinti.
Il tasso di fertilità attuale è di 1,34 mentre l'aspettativa di vita, comunque salita rispetto al passato, è di 83,8 anni. Nonostante la vita dei bambini nati oggi sarà più lunga rispetto al passato, le persone presenti sul nostro territorio diminuiranno massicciamente. Se le percentuali di crescita rimangono quelle attuali, l'Italia tra 100 avrà, pertanto, una popolazione di appena 16 milioni di abitanti. Il professor Matteo Rizzoli, dell'Università Lumsa di Roma, ha dichiarato che già tra 20 anni gli italiani saranno 8 milioni in meno rispetto ad oggi: "E' sufficiente comportarsi come adesso, cioè non fare nulla per favorire la natalità e sostenere la famiglia" ha concluso lo studioso. Lo scenario ipotizzato è ovviamente catastrofico per la nostra nazione, ma i calcoli sono basati sulle politiche attuali e ovviamente non si possono prevedere quelle future.
Nonostante gli sforzi dell'attuale governo gialloverde, in particolare di Salvini e dei suoi compagni di partito, che hanno affermato di voler arginare il fenomeno, il processo non si fermerà. Nel 2118 l'Italia potrebbe essere un Paese abitato per la stragrande maggioranza da immigrati, persone provenienti dall'Asia, Africa e dall'America Latina: il modello presentato, infatti, comprende soltanto i dati sulla natalità e sull'aspettativa di vita, ma non tiene conto dei numeri sulle migrazioni, imprevedibili.
I migranti potrebbero insomma riempire il vuoto lasciato dal calo demografico di nativi.
Problema demografico snobbato dai politici
Il salto statistico nel futuro disegna una popolazione che si concentra nelle grandi città, quelle più piccole saranno aree in stato di quasi abbandono. Secondo Rizzoli il passivo demografico non è ancora entrato nell'agenda dei politici, eppure nella demografia c'è il destino economico e politico di una nazione.
Lo squilibrio tra le generazioni, come già sottolineato, fa diminuire la popolazione produttiva e attiva rendendo di fatto insostenibile per le nuove generazioni sostenere i costi di quelle precedenti.