"Secondo voi uno come me va in galera?". Si è presentato in questo modo davanti alle telecamere e ai cronisti che lo circondavano Federico Pesci, noto imprenditore impegnato nel settore dell'abbigliamento, arrestato con l'accusa di violenza e lesioni personali aggravati nei confronti di una ragazza 21enne adescata sui social. Il commerciante, 46 anni, la notte del 18 luglio ha picchiato, violentato e seviziato per 5 ore la vittima nella sua abitazione insieme ad uno spacciatore, il nigeriano Wilson Ndu Aniyeme.

'Sono uno regolare', così le ha scritto sui social per convincerla

L'uomo ha convinto la ragazza ad uscire per un aperitivo contattandola su Facebook e scrivendole frasi del tipo "nell'ambiente tutti mi conoscono" o "sono un tipo normale e tranquillo" per innescare un rapporto di fiducia. Ma una volta arrivata all'appuntamento per lei ha avuto inizio l'incubo. L'imprenditore l'ha portata a casa sua e qui, imbottito di cocaina, ha messo atto il suo piano malefico. In compagnia dell'amico nigeriano spacciatore, ha seviziato e violentato per cinque ore la povera ragazza, fino a quando alle 7 del mattino non ha chiamato un taxi per farla riaccompagnare a casa. Ed è una volta giunta a casa che i familiari, vedendo le condizioni fisiche in cui si trovava, l'hanno accompagnata al più vicino pronto soccorso dove i medici hanno accertato la violenza e hanno dichiarato che in tanti anni non avevano mai visto lesioni di quel tipo.

In casa un borsone con vari strumenti di tortura

I carabinieri nell'attico di proprietà del Pesci hanno rinvenuto un borsone con all'interno vari strumenti di tortura. Stringhe di cuoio, cinture, fruste, addirittura un morso per tappare la bocca. Tutti strumenti che, verosimilmente, sono serviti quella notte. Gli inquirenti stanno cercando di capire se in precedenza siano avvenute altre violenze nei confronti di altre ragazze che, per paura, hanno preferito chiudersi nel silenzio o se si sia trattato soltanto di un episodio sporadico.

I profili social presi d'assalto e riempiti di insulti

I profili social dell'imprenditore che ha una catena di abbigliamento molto nota a Parma, sono stati presi letteralmente d'assalto dalle persone che hanno inondato la bacheca di offese e minacce talmente pesanti che gli account sono stati chiusi. Sul profilo personale sono evidenti la vita mondana e le belle donne che accompagnavano ogni sera l'uomo, molto attivo nella moda e conosciuto in zona. Intanto, per ora, lui si dichiara innocente e definisce questa vicenda una storia folle. Anche gli avvocati ribadiscono che bisogna prima accertare come siano andate le cose e poi giudicare.