L'omicidio di Desirée sta acquisendo particolari sempre più agghiaccianti ma anche vergognosi, specialmente da parte di quelle ragazze che erano con lei e non hanno fatto nulla per salvarla. Dopo che gli inquirenti hanno rivelato al pubblico che gli aguzzini della minorenne si erano messi in coda per abusare di lei, ora riferiscono che le conoscenti della giovane non hanno fatto nulla di concreto per tentare di salvarla.

Omicidio Desirée, anche le ragazze non hanno chiamato i soccorsi

Erano almeno 10 le persone che hanno visto Desirée in pessime condizioni, l'hanno toccata, vista, spogliata e anche rivestita ma nessuno ha chiamato i soccorsi.

Il 19 ottobre, giorno del decesso della 16enne, erano presenti in quel cantiere abbandonato altre 7 persone: Noemi, Giovanna, Antonella, Muriel, Narcisa, Nasco e Alexander. Ognuno di loro da la sua versione su quanto successo ma tutti concordano su un dettaglio: la minorenne di Cisterna di Latina è stata lasciata morire quando invece poteva essere salvata.

Muriel, una donna congolese di 34 anni, ha raccontato agli inquirenti che Desirée era in cerca di eroina e che non aveva denaro, il giorno dello stupro la donna africana era presente all'interno del container dove vide Desirée sdraiata nuda e priva di conoscenza ma non fece nulla.

Giovanna, ragazza di 32 anni, ha incontrato Desirée il 10 ottobre e ha dichiarato di aver provato a dissuaderla dal frequentare quel posto poiché frequentato da spacciatori pericolosi.

Il giorno del decesso di Desirée ha incontrato la minorenne già esanime, dal suo racconto avrebbe solo urlato di chiamare subito un'ambulanza.

Noemi, coinquilina di Giovanna, ha raccontato di aver incontrato Desirée per la prima volta il giorno in cui è morta. Anche lei le avrebbe suggerito di andare via da quel posto e che, vedendo che era in cerca di una dose, si sarebbe offerta di accompagnarla a un Sert.

Noemi ha riferito agli inquirenti di aver saputo della morte di una ragazza in Via dei Lucani alle 5 del mattino, "il mio pensiero andò subito a Desirée" ha raccontato la testimone.

Dopo la morte di Desirée, il fuggi fuggi

Gli altri testimoni, come Nasko e Alexander, erano invece presenti proprio durante lo stupro all'esterno del container.

Uno degli stupratori li avrebbe esortati a stare fuori a fare il palo e a non chiamare i soccorsi in quanto, secondo il nigeriano, si sarebbe ripresa presto. Verso le tre di notte, quando Desirée era appena morta, la maggior parte dei testimoni si allontanò dallo stabile temendo che la polizia li avrebbe ritenuti responsabili.