L'omicidio di Desirée, come quello di Pamela Mastropietro, sta riempiendo le colonne dei rotocalchi italiani a causa dell'efferatezza con cui è stato compiuto. La minorenne, originaria di Cisterna di Latina, secondo un testimone oculare di origine bulgara sarebbe stata vittima di un gioco perverso e osceno che si è concluso con il decesso della ragazza. Gli stupratori della giovane si sarebbero infatti messi in fila per abusare di lei mentre era sotto gli effetti di droghe e psicofarmaci.

Omicidio Desirée, in fila per abusare di lei

Le indagini sulla morta di Desirée vanno avanti e quello che ne sta risultando è sempre più macabro e incredibile: durante quelle 12 ore di agonia della ragazza, un bulgaro, ha testimoniato di aver visto Desirée disperarsi per ottenere una dose di eroina: ad un certo punto è entrato in scena un gruppo di africani che ha messo in atto il piano che poi le ha cagionato la morte.

Secondo la ricostruzione uno dei nigeriani, Youssef, ha seguito la minorenne all'interno di un container per violentarla (una scena orribile riferisce il bulgaro). Dopo un'ora e mezza, il testimone, ha dichiarato di aver visto Paco (un altro africano) che attendeva il suo turno per poter consumare un altro rapporto non consenziente con la 16enne: secondo la versione del bulgaro c'era una vera e propria fila per abusare della minorenne. Un via vai di persone che entrava e usciva da quel container per stuprare Desy e per fare scempio del corpo della ragazza ormai stordita da un mix di droghe e psicofarmaci. La procura ha accertato che una volta sopraggiunta la morte della 16enne nessuno ha chiamato i soccorsi, o meglio, secondo la versione dei testimoni il branco avrebbe minacciato i presenti che erano pronti a farlo.

Uno degli stupratori avrebbe pronunciato questa frase: "Meglio lei morta che noi in carcere". Fortunatamente, grazie al lavoro degli inquirenti, i responsabili di questi orribili crimini sono stati comunque arrestati.

Cocktail di droghe e psicofarmaci

Grazie a una serie di testimonianze raccolte velocemente dagli investigatori è stato possibile ricostruire nei dettagli le ultime ore di vita di Desirée.

Una delle ragazze presenti quel giorno, Narcisa, ha riferito di essersi recata in quel casolare abbandonato verso le 13:10 di giovedì 18 ottobre e di aver visto Desirée già in compagnia di Brian Minteh (chiamato Ibrahim). A Desirée è stato somministrato un cocktail di gocce di tranquillanti, metadone e pasticche facendole credere però che si trattasse solo di metadone, così una volta "fuori gioco" hanno abusato del suo corpo.