La bruttissima vicenda accaduta a Taranto domenica scorsa si fa ancora più chiara, e non mancano neanche i colpi di scena. Ieri sera infatti è arrivata la notizia che il legale che doveva difendere oggi in aula il 49enne che ha lanciato sua figlia dal terzo piano e ferito l'altro figlio di 14 anni, si è rifiutato "per ragioni personali e professionali" di difendere il soggetto. L'interrogatorio di garanzia nei confronti dell'uomo è già cominciato mentre scriviamo, e sarà tenuto dal gip Paola Incalza e dal pm Filomena Di Tursi. Per ovviare all'imprevisto, ovvero al rifiuto del legale dell'uomo, è stato contattato un avvocato d'ufficio.

Spetterà a lui difendere l'uomo, accusato di tentato omicidio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

L'uomo era stato già arrestato nel 2016

Quella della famiglia in questione è la storia di una coppia che ormai, stando a quanto si apprende dalle testate giornalistiche locali, era dilaniata dal rancore reciproco. L'uomo non riusciva ad accettare la fine della relazione con sua moglie. Nelle ultime ore poi sono emersi dei particolari che fanno davvero raggelare il sangue. C'è da chiarire a tal proposito che l'uomo non era ubriaco quando ha compiuto l'insano gesto: questa notizia si era diffusa nelle prime ore successive alla tragedia, ma è stata smentita poco dopo. Prima di gettare la figlia dal terzo piano, l'uomo si era recato dal figlio più grande di 14 anni, invitandolo a recarsi con lui presso un luogo dapprima non meglio precisato.

Secondo quanto riportato da Quotidiano di Puglia, il 49enne avrebbe condotto il figlio nei pressi di un capannone isolato, vicino la Motorizzazione Civile di Taranto. Qui avrebbe invitato il minore ad entrare nell'edificio perché "li dentro c'è la mamma". Il 14enne ha fiutato che qualcosa non andava, l'uomo lo ha afferrato a quel punto al braccio e ha estratto il coltello.

Il ragazzino è riuscito a divincolarsi e a fuggire, riportando una ferita non grave alla gola. Inoltre da diversi giorni i bambini vivevano con la nonna, nell'appartamento di via XXV aprile, al rione Paolo VI di Taranto. Nel 2016 inoltre l'uomo era stato già arrestato per maltrattamenti in famiglia.

Famiglia seguita dagli assistenti sociali

Sempre secondo quanto si apprende dai media locali, la famiglia, già da qualche tempo era seguita dagli assistenti sociali del Comune. Difatti proprio due giorni prima del folle gesto, il 49enne si è recato ad un appuntamento con le assistenti sociali. Tutto però era sembrato tranquillo, nulla faceva presagire che all'improvviso si potesse verificare la tragedia. Intanto la bambina di sei anni rimane sotto stretta sorveglianza all'ospedale "Santissima Annunziata" di Taranto. La piccola avrebbe mostrato dei piccoli segnali di ripresa. Anche l'altro figlio sta meglio. Tutta la comunità di Taranto e del quartiere Paolo VI si è stretta intorno a questa famiglia, colpita da una tragedia inverosimile.