Ci potrebbe essere una svolta clamorosa nelle indagini riguardanti la scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno 1983 a Roma. La giovane era una cittadina vaticana e figlia di un impiegato della Santa Sede. In tutti questi anni, sin dal giorno della sua scomparsa, non è mai stato chiarito che fine abbia fatto la ragazza. Si tratta, a tutt'oggi, di uno dei casi più inquietanti di Cronaca Nera, proprio perché la giovane donna scomparve in circostanze a dir poco misteriose. Forse negli scorsi giorni qualcosa potrebbe essere cambiato. Infatti quattro operai che stavano lavorando allo sbancamento del pavimento all'interno di un edificio annesso alla Nunziatura Apostlica di Via Po a Roma si sono imbattuti lunedì scorso in alcuni resti ossei, per i quali il Vaticano ha immediatamente richiesto l'aiuto della magistratura romana per poter esaminare i reperti.

Al momento, sulla vicenda, non ci sono ulteriori informazioni.

Le ossa potrebbero appartenere a due persone distinte

Ad incuriosire più di tutto è una notizia che sta circolando dopo i primi esami, eseguiti nelle scorse ore proprio sui resti ritrovati al di sotto del pavimento. Pare infatti, secondo quanto si apprende da Repubblica, che le ossa ritrovate potrebbero appartenere a due diverse persone, probabilmente di sesso femminile. Questo scatena il sospetto che i resti possano appartenere alla stessa Orlandi e a Mirella Gregori, un'altra ragazza scomparsa una quarantina di giorni prima di Emanuela, sempre nel lontano '83. Per il momento anche questa rimane una mera ipotesi, visto che comunque ora si dovrà procedere all'esame del Dna, per accertare effettivamente a chi appartengono questi resti umani.

Il legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò vuole vederci chiaro, e intende sapere perché il ritrovamento è stato messo in relazione con la vicenda di Emanuela e di Mirella.

Nei prossimi giorni saranno sentiti gli operai autori del ritrovamento

Capita spesso in antichi edifici di ritrovare dei resti umani, ma questo caso sembra decisamente diverso dagli altri.

La Procura di Roma nei prossimi giorni procederà ad ascoltare gli operai, che sono quelli che materialmente hanno rinvenuto le ossa. Gli stessi dovrebbero chiarire la dinamica del ritrovamento avvenuto mentre questi ultimi stavano rifacendo il pavimento, come detto in precedenza. Intanto il fratello di Emanuela, Pietro, preferisce non parlare, almeno fino a quando non saranno resi noti elementi certi.

La famiglia della giovane più volte ha richiesto alla Santa Sede di indicare eventualmente dove si trovi il corpo della figlia, almeno per portarle dei fiori. Pare che in questo senso nessuna risposta sia mai arrivata.