Una folata d'aria potrebbe spazzare via la caligine intorno al caso di Emanuela Orlandi. Alcune ossa umane sono state infatti ritrovate a Roma ieri in una proprietà extraterritoriale del Vaticano. Stiamo parlando di Villa Giorgina, nel quartiere Pinciano, sede della Nunziatura apostolica di Via Po.
L'affermazione di buon senso arriva a ilfattoquotidiano.it Greg Burke, responsabile della Sala Stampa Vaticana: “Bisogna prima capire il sesso della persona e l'età a cui risalgono le ossa prima di fare i titoli e arrivare alle conclusioni”. Suggestioni e sensazionalismi a parte, non è ancora infatti possibile stabilire a che epoca risalgono i resti, né se appartengano a una sola persona.
Altri casi analoghi in passato – poi rivelatisi un buco nell'acqua – suggeriscono cautela.
Sono comunque in corso accertamenti comparativi su cranio e denti per accertare se i resti trovati a Villa Giorgina sono compatibili con il caso di Emanuela Orlandi. Le indagini, svolte in collaborazione con la Magistratura Italiana, sono avviate.
Il ritrovamento durante alcuni lavori di ristrutturazione.
È della Santa Sede il comunicato battuto in serata, secondo cui durante la ristrutturazione di un locale attiguo alla Nunziatura apostolica di Via Po 27 sarebbero stati ritrovati in uno scantinato delle ossa certamente umane. La nota continua spiegando che il Corpo della Gendarmeria sarebbe intervenuto sul luogo informando i vertici del Vaticano che avrebbero a loro volta edotto le autorità italiane per avviare le indagini in stretta collaborazione.
È il procuratore capo di Roma, il dottor Giuseppe Pignatone, secondo quanto comunicato dalla Sala Stampa del Vaticano, ad aver delegato la polizia scientifica e la squadra mobile della questura per stabilire sesso, età e datazione della morte.
I resti sarebbero stati rinvenuti nel pomeriggio del 30 ottobre. Da qui alla verità occorrerà aspettare il lavoro certosino degli inquirenti, specie nella verifica della compatibilità fra il DNA delle ossa ritrovate a Villa Giorgina e quelle di Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma nel 1983 e la cui vicenda resta ancora un vero mistero italiano.
Figlia di un dipendente del Vaticano, scompariva 35 anni fa
Trentacinque anni fa scompariva la ragazza, quindicenne, cittadina Vaticana, figlia di un commesso della prefettura Pontificia. Da quel momento ad oggi la vicenda, degna di racconti alla Dan Brown, con tanto di depistaggi, segreti, insabbiamenti, resta avvolta nel mistero.
Il fratello Pietro non si è mai arreso, dopo la chiusura delle indagini da parte della procura di Roma denunciava: "E' un sacrosanto diritto avere verità e giustizia, non ci rinunceremo mai”.
Chissà se questa volta avrà soddisfazione