Villa Giorgina, sede della Nunziatura Apostolica a Roma, è stata oggetto di un nuovo sopralluogo della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica. Sopralluogo che ha portato alla luce nuovi resti ossei. Nello specifico sarebbero stati recuperati un cranio e una mandibola. Questi reperti potrebbero rivelarsi estremamente utili all’identificazione dell’ignoto deceduto. Anche se, come fa notare il quotidiano “La Repubblica” gli inquirenti si erano recati in Via Po perché allo scheletro ritrovato la scorsa settimana mancavano gli arti inferiori.
Le motivazioni del nuovo sopralluogo
In effetti, gli inquirenti sono rimasti sorpresi dal nuovo ritrovamento. Il sopralluogo del 6 novembre, infatti, era stato predisposto, d’accordo con l’Autorità Vaticana, per cercare di trovare degli elementi utili che potessero aiutare a dare un nome e un cognome allo scheletro trovato la scorsa settimana. Nonostante il tempo trascorso, non è stato ancora possibile attribuire sesso o età ai resti trovati la scorsa settimana. Tanto meno un nome. L’ipotesi della prima ora era che potesse trattarsi di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori. Anche se, dai primissimi rilievi medico – legali, si tenderebbe ad escludere che si tratti di una delle due giovani ragazze misteriosamente scomparse negli anni 80.
Secondo le stesse fonti medico – legali i resti di ossa umane ritrovate la scorsa settimana potrebbero appartenere più facilmente ad una persona adulta.
Una settimana per le risultanze del DNA
Intanto i primi frammenti di scheletro sono stati tempestivamente inviati al laboratorio di genetica forense per verificare se esiste la possibilità di estrarre del DNA in modo da poterlo confrontare con quello di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori presente negli archivi della Polizia.
Per poter avere delle risposte più circostanziate sarà necessario attendere almeno una settimana a partire da quando sarà possibile estrarre il DNA. La polizia scientifica avrebbe iniziato l’esame delle ossa umane in stretta collaborazione con il Dottor Giovanni Arcudi, Direttore del Dipartimento di Medicina Legale dell’Università Tor Vergata di Roma e perito di parte, nominato direttamente dal Vaticano.
Secondo quanto ipotizza il Professor Arcudi le ossa umane ritrovate la scorsa settimana, come riporta il quotidiano romano “Il Messaggero”, potrebbero appartenere ad una giovane donna adulta di età compresa fra i 25 e i 35 anni. Ovviamente, il Professor Arcudi precisa che questa è solo una sua prima impressione e che potrà essere più preciso solo una volta effettuati tutti gli esami di rito. Ma ciò che il Professore sembrerebbe escludere con certezza è che si possa trattare di un adolescente.
La reazione della famiglia Orlandi
L’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, commentando il nuovo ritrovamento e le parole del Professor Arcudi ha chiarito che per i suoi assistiti “non cambia nulla”.
A 35 anni di distanza dalla scomparsa di Emanuela Orlandi la famiglia non è ancora riuscita a sapere se la giovane sia morta effettivamente. E nemmeno dove e quando. Il Legale ha concluso affermando che la famiglia attenderà le risultanze del test del DNA.