Tragedia la notte scorsa alla discoteca 'Lanterna azzurra' di Corinaldo, nell'anconetano, poco prima del concerto del trapper Sfera Ebbasta. Sei persone sono morte e circa cento sono rimaste ferite dopo che qualcuno, stando alle prime ricostruzioni, ha spruzzato uno spray al peperoncino provocando il panico. Nel fuggi fuggi, le vittime, cinque minorenni tra i 14 e i 16 anni, e una mamma di 39 anni, sono rimaste schiacciate dalla folla precipitata per il crollo di una balaustra.

Gli inquirenti cercano chi ha utilizzato la sostanza urticante, ma stanno anche vagliando i biglietti venduti.

Monica Garulli, procuratore capo di Ancona, dopo un sopralluogo sul teatro della strage, ha reso noto che per la serata erano stati "venduti 1400 biglietti, mentre la capienza della discoteca è di 870 posti".

Strage in discoteca, sovraffollamento e misure di sicurezza

Per il concerto di Sfera Ebbasta, erano stati venduti 1400 biglietti. Il locale, chiuso a gennaio 2014 per alcuni impianti non in regola e per inosservanza delle norme antincendio, riaperto nel 2015 dopo lavori di ammodernamento e con capienza ridimensionata, poteva contenere al massimo 870 persone. E invece alla Lanterna Azzurra, nato 40 anni fa per serate di ballo, specie di liscio, diventato punto di riferimento del divertimento notturno nelle Marche, soprattutto per un pubblico di giovanissimi, la scorsa notte era molto affollato, ben oltre la capienza massima.

Per di più, come precisato dal premier Giuseppe Conte giunto ad Ancona per un vertice in Prefettura, delle tre sale di cui il locale dispone, una sola era aperta. "Sono stati venduti 1400 biglietti circa, ed è stata utilizzata solo una sala che poteva contenere 469 persone. Evidentemente già con i numeri non ci siamo", ha detto il premier Conte.

E il comandante provinciale dei carabinieri di Ancona, Cristian Carrozza, dopo i primi accertamenti fatti con i vigili del fuoco, ha confermato che sono stati venduti più biglietti del numero di ingressi consentiti. Gli inquirenti lavorano per accertare quante persone fossero nel locale in attesa del concerto che all'una di notte non era ancora cominciato.

Le matrici dei biglietti staccati, sono state poste sotto sequestro. Sigilli sono stati posti anche ovviamente al locale. L'inchiesta condotta dal procuratore capo Monica Garulli e da quello per il tribunale dei minorenni, Giovanna Lebboroni, è coordinata dal procuratore generale Sergio Sottani. I titolari del locale sono già stati ascoltati. Si procede al momento contro ignoti per omicidio colposo plurimo. Gli inquirenti hanno acquisito alcuni video amatoriali registrati via smartphone, in particolare uno di una ragazzina che ha ripreso tutto l'accaduto.

Strage in discoteca, indagini sullo spray al peperoncino

A scatenere il panico, la fuga e provocare la morte di sei persone sarebbe stato uno spray al peperoncino utilizzato da qualcuno.

Ma da chi e per quali motivi? E' questo l'altro punto cruciale su cui si concentrano le indagini. Ad utilizzarlo, forse, sarebbe stata una ragazza per difendersi da una tentata molestia. Qualcuno avrebbe visto un ragazzo incappucciato salire su un cubo per poi spruzzare lo spray. Ma si dovrà fare luce su tale punto così come su tanti altri.

Sostanze urticanti sono già state usate nel corso di concerti e pure in precedenti spettacoli di Sfera Ebbasta, come quello tenuto di recente al 'Mammamia' di Senigallia. Gli inquirenti valutano eventuali collegamenti tra i due episodi. I Ris dei carabinieri cercano tracce dello spray all'interno del locale. Al momento non ci sono indagati.

Strage in discoteca, parla il questore di Ancona

"In 35 anni di servizio, mai visto niente di simile". Oreste Capocasa, questore di Ancona, ha fornito una prima ricostruzione di ciò che è accaduto. Il questore ha detto ai cronisti che l'uscita di sicurezza si è aperta. Ma fuori dall'uscita di sicurezza i parapetti arrugginiti hanno ceduto per la pressione della massa in transito. I ragazzi sono caduti uno sull'altro, e sei persone sono rimaste schiacciate.

I parenti sono dovuti andare all'obitorio per lo straziante rito dell'identificazione. Giuseppe, papà del 15enne Mattia Orlandi, una delle vittime ha detto: "Solo in Italia succedono queste cose. Oggi è finita la mia vita e quella di mia moglie".