Antonio Megalizzi è la quarta vittima dell'attentato di Strasburgo. Il giornalista italiano, le cui condizioni era stato date per irreversibili nelle scorse ore, è purtroppo deceduto. La triste notizia è arrivata dalla Francia ed ha avuto conferma della Farnesina. Cordoglio da parte del premier Giuseppe Conte che ha appreso tutto nel corso della conferenza stampa che ha seguito il Consiglio dell'Unione Europea. "Un dolore che deve unirci tutti - ha detto Conte - il mio affetto va alla sua ragazza".

Le sue condizioni erano apparse subito disperate

Antonio Megalizzi aveva 28 anni e nel corso della sparatoria ai mercatini di Natale di Strasburgo era stato centrato da un colpo alla testa. Ricoverato prontamente all'ospedale di Hautepierre, era stato posto in coma farmacologico, ma i medici avevano dato subito poche speranze. Il proiettile gli si era conficcato alla base del cranio a pochi cm dal midollo spinale: praticamente impossibile da rimuovere. Tra i primi a fornire indicazioni circa il suo stato di salute Danilo Moresco, il padre di Luana, la sua fidanzata. "Saranno fondamentali le prossime 48 ore - aveva detto - e stiamo cercando qualcuno in grado di salvargli la vita". In proposito avevano offerto il loro supporto gli specialisti di alcune eccellenti strutture ospedaliere come la Neurochirurgia dell'ospedale Molinette e la Rianimazione del Cto di Torino.

In Francia per seguire la riunione del Parlamento europeo

Il giovane cronista era impegnato con Europhonica, un progetto radiofonico legato al mondo universitario. Si era laureato all'università di Verona e specializzato a Trento in studi internazionali. Stava seguendo un master sulle istituzioni europee e si trovava a Strasburgo per seguire i lavori dei Parlamento UE.

Viveva a Trento con la famiglia e proprio davanti la porta della sua casa, in via Centa, gli amici ed i colleghi universitari avevano affisso un piccolo manifesto con numerosi messaggi di vicinanza ed affetto. Al momento della sparatoria si trovava in compagnia di due studentesse universitarie, Caterina Moser e Clara Stevanato.

"Quell'uomo era così freddo - hanno detto, riferendosi al killer ed ai tragici momenti che hanno vissuto - ed ha preso la mira. Ci ha guardati dritti negli occhi ed ha sparato, senza dire una parola". Cherif Chekatt, l'uomo accusato della strage, è stato ucciso due giorni dopo nel corso di un blitz delle forze speciali.