Alle 3.19 di oggi 26 dicembre una scossa di magnitudo 4.8 ha brutalmente svegliato gli abitanti di Catania che, in preda al panico, si sono immediatamente riversati nelle strade. Il sisma ha avuto ipocentro a solo 1 km di profondità. Questo ha contribuito ad amplificare l'effetto della scossa, avvertita anche in città e paesi molto lontani dalla zona interessata.

Fortunatamente al momento non si registrano danni gravi a persone; i feriti risultano 28 di cui più della metà si sono recati da soli in ospedale in preda al panico o per farsi medicare dopo cadute dovute al movimento del terreno.

Il sisma di questa notte non è casuale: dalle 9.59 del 24 dicembre, giorno in cui è ricominciata l'eruzione dell'Etna, si sono registrate ben 73 scosse in questa zona di cui 11 solamente dalla mezzanotte di oggi. Il sindaco ha ordinato l'apertura di scuole e palestre per poter accogliere tutta la gente che al momento non può rientrare a casa, considerata inagibile, o chi non vuole tornare nella propria abitazione per paura di nuovi catastrofici eventi.

I danni

La forte scossa di Terremoto, che fortunatamente non ha provocato vittime, ha causato ingenti danni a strutture sia pubbliche che private, moltissime case registrano seri danni ed anche delle chiese hanno visto crollare il proprio campanile.

A Fleri, dove si sono registrati i danni maggiori, è venuta giù un'intera palazzina dai cui resti sono state estratti estratti vivi tutti gli abitanti.Oltre a chiudere la strada sottostante, nel paesino si sono verificati altri crolli, molti lampioni sono crollati e si registrano diverse fughe di gas.

A Santa Venerina la scossa ha provocato il crollo di calcinacci di alcune abitazioni privati e della statua della Madonna situata sul campanile della chiesa del Sacro Cuore.

Nelle zone dell'Acese, Lavinaio e Santa Maria La Stella, si registrano lesioni più o meno serie alle abitazioni. Sempre in questi paesi sono molte le persone che, per paura, hanno preferito abbandonare le loro case e recarsi in zone comuni, come piazze o strade. Le verifiche di agibilità sono ancora in corso.

A Pennisi il sisma ha distrutto il campanile della chiesa di Maria Santissima del Carmelo provocando il crollo della statua di Sant'Emidio, considerato da tutti il protettore dei terremoti.

A Piano d'Api (Acireale) sono in corso le verifiche strutturali nella parrocchia di Santa Maria della Misericordia e la rimozione di alcune parti considerate pericolanti.

I comuni maggiormente colpiti

Oltre alla città di Catania, il terremoto si è fatto sentire violentemente anche in altre zone limitrofe causando molti danni e feriti ma, fortunatamente, nessun morto. Tra i vari comuni che hanno inoltrato richieste di aiuto alla Protezione Civile, cinque sono stati quelli più colpiti: Zafferana Etnea, Aci Sant'Antonio, Acireale, Santa Venerina e Aci Catanea.

La scossa è stata talmente forte da essere avvertita distintamente sia a Taromina che in alcune città del Ragusano e del Siracusano. Il capo del dipartimento della Protezione Civile è in stretto contatto con le autorità locali per la realizzazione di interventi mirati, controlli su abitazioni e assistenza alla popolazione.

Le parole del sismologo

Il sismologo Eugenio Privitera, direttore dell'INGV catanese, ha spiegato cosa sta succedendo nelle zone colpite dal terremoto. La causa primaria va ricercata nella recentissima eruzione dell'Etna che, nella giornata di Natale, ha avuto una forte attività provocando, molto probabilmente, l'apertura di nuove bocche del vulcano.

La situazione è molto simile a quella del 1984 quando lo spostamento della faglia Fiandaca, la stessa che si sta muovendo in questi giorni, causò molte scosse di varia intensità ed un morto. Ad oggi, però, la sismicità non può essere trascurata in quanto risulta essere decisamente preoccupante anche se non ci sono allarmi attivi e non serve mettere in agitazione la popolazione.

Il sismologo sottolinea infine come l'eruzione dello Stromboli, avvenuta a poca distanza da quella dell'Etna, non deve considerarsi causa né conseguenza di ciò che sta succedendo in Sicilia in quanto sono due situazioni completamente differenti e i due vulcani si alimentano separatamente.