Una ragazza che vola dal settimo piano di una palazzina romana e l'archiviazione per suicidio. Questi, in soldoni, gli elementi chiave del caso di Laura, 17enne deceduta nel giorno di San Valentino a Roma. Dopo diversi mesi di indagini, la Procura ha deciso di archiviare il caso per suicidio. La ragazza era morta dopo un volo di svariati metri; era volata dal settimo piano di un edificio in via Agrigento, tra le zone di Piazza Bologna e Nomentano. Gli inquirenti affermano che il caso è chiuso, ma la mamma di Laura non la pensa così, non ritiene che la figlia si sia suicidata.

Il viaggio da Orvieto a Roma

'Non è stato un semplice suicidio', asserisce la mamma di Laura, che esige la riapertura del caso relativo alla morte della figlia. La Procura della Repubblica di Roma ha archiviato il caso ma la donna si è rivolta a 'Chi l'ha visto' per invocare nuove indagini sul caso. La madre di Laura vuole la verità perché, secondo lei, la giovane non si è suicidata. Il 14 febbraio dell'anno scorso Laura aveva preso un treno, da Orvieto, e si era diretta a Roma, dove aveva acquistato un test di gravidanza. Poi è successo qualcosa di misterioso: il corpo della giovane è stato ritrovato agonizzante nel cortile interno di una palazzina. A scoprirla era stata un inquilino, che immediatamente aveva chiamato i soccorritori.

La corsa al Policlinico Umberto I era risultata vana: i medici non erano riuscita a salvarla. Accanto al corpo c'erano la giacca rossa e la borsetta, ma all'interno di quest'ultima non c'era il test di gravidanza, solo lo scontrino.

Laura non era incinta

La legale della famiglia di Laura, Angela Racanicchi, ha dichiarato, nel corso del programma 'Chi l'ha visto', che chiederà la riapertura del caso perché ci sono molti aspetti misteriosi nella vicenda.

Laura, secondo l'esito dell'esame autoptico, non era incinta ma era entrata in quel palazzo. Secondo la Racanicchi la droga potrebbe avere un ruolo nella vicenda, ma bisogna scoprire la ragione per cui Laura era entrata in quell'edificio. L'avvocato sostiene che qualcuno avrebbe ordinato alla 17enne di recarsi a Roma per vendere sostanze stupefacenti.

Ad avvalorare la sua versione ci sono le parole di un ragazzo arrestato qualche giorno dopo la morte di Laura, con l'accusa di spaccio. Nel corso di 'Chi l'ha visto' è stato evidenziato che sul telefonino dell'arrestato i militari hanno scoperto il nome della 17enne. Insomma l'arrestato e Laura si sarebbero scambiati messaggi. Forse Laura era stata usata per vendere hashish. Il giorno antecedente alla sua morte Laura aveva mostrato a un amico un portafoglio contenente 700 euro in contanti.