La tragica storia di Julen, il bambino spagnolo di due anni e mezzo caduto in un pozzo nella campagna andalusa e trovato morto stanotte dopo 13 giorni, agli italiani ha fatto inevitabilmente ricordare quella di Alfredino Rampi, morto nel 1981, tre giorni dopo essere caduto in un pozzo a Vermicino, alle porte di Roma. In entrambi i casi sono stati vani gli immani tentativi di salvarli. Mentre di Alfredino si sentiva la flebile voce, di Julen, fatta eccezione del pianto sentito dal padre al momento della caduta, in tanti giorni non è mai stato inteso un segno di vita.

Le complicazioni che hanno contraddistinto le operazioni di salvataggio accomunano le due tragiche storie. In Italia c'è stata poi un'altra vicenda non meno impressionante di bambini morti in fondo a un pozzo: quella dei fratellini Ciccio e Tore.

Julen, tragedia in diretta mondiale

Da domenica 13 gennaio quando a Totalan, vicino Malaga, il piccolo Julen è caduto in un pozzo stretto e profondissimo, oltre i 100 metri, in un terreno di proprietà di familiari dove si trovava con i genitori, tutta la Spagna è stata con il fiato sospeso. E non solo la Spagna: per 13 giorni, ci sono state dirette no stop che hanno seguito i lavori incessanti, giorno e notte, per tentare di salvare il bambino. Come è potuto accadere?

Il piccolo si era allontanato mentre i genitori facevano un picnic con una cugina, il fidanzato e la loro figlia. José Rosello, il papà, ha raccontato che stava facendo la legna mentre sua moglie Victoria era a telefono per avvertire che quel giorno non sarebbe andata a lavoro. La moglie gli aveva chiesto di controllare Julen: in un attimo di disattenzione il piccolo si è allontanato, e quando tutti sono corsi verso di lui era troppo tardi.

Era finito in quel cunicolo.

Il papà ha tentato di prenderlo infilando il braccio e poggiando la testa a terra, l'ha sentito piangere, ma era già precipitato. Quel pozzo, scavato senza le dovute autorizzazioni a dicembre per cercare acqua, non era transennato né coperto. Il piccolo sarebbe precipitato fino a 71 metri in caduta libera.

L'autopsia effettuata stamattina chiarirà quando e come sia morto. E' in corso un'indagine giudiziaria. A causa della sovraesposizione mediatica dell'evento, proprio come accadde a Vermicino, non sono mancate le polemiche. Il Consejo Audiovisual de Andalusia verificherà se sono stati violati diritti del minore e dei familiari.

Alfredino, prima tragedia mediatica

Trentasette anni fa, Alfredino Rampi che aveva sei anni, finì in un pozzo artesiano largo 30 centimetri e profondo 80 metri nelle campagne di Vermicino dove era in vacanza con la famiglia. La sua agonia che sembrò interminabile durò in realtà 60 ore, 18 delle quali in diretta televisiva, la prima del genere a reti unificate, che tenne inchiodati davanti al video oltre 21 milioni di italiani.

Come nel caso di JUlen, agli errori nei soccorsi si unì un destino avverso.

Di Alfredino, attraverso un microfono calato nel pozzo per comunicare con lui, si sentiva la voce. La sentì anche l'allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, giunto sul posto. Finché non la si senti più: scivolato dalle mani dell'ultimo soccorritore, le forze gli vennero meno. La diretta Rai voleva riprendere un salvataggio, invece registrò una tragedia rimasta nella memoria e nel cuore di tanti italiani. Il corpo del bambino venne recuperato 28 giorni dopo.

Gravina di Puglia, il caso di Ciccio e Tore

Nel 2008, l'Italia è stata scossa da un'altra tragedia. A Gravina di Puglia furono trovati nel fondo di una cisterna i cadaveri di Ciccio e Tore Pappalardi, due fratellini di 13 e 11 anni scomparsi due anni prima.

A permettere la scoperta fu un loro coetaneo, Michele, caduto proprio nella stessa cisterna, un tempo usata per prendere acqua, mentre giocava accanto a un edificio diroccato del paese. Il bambino fu salvato e si scoprirono i resti dei fratellini. Il padre Filippo con l’accusa di duplice omicidio volontario aggravato, fu recluso, poi prosciolto per l’assenza di segni di maltrattamenti sul corpo dei figli. Ciccio e Tore sarebbero morti per un tragico incidente, facendo un volo di 20 metri nel pozzo, forse durante un gioco. Lo scorso maggio, il padre ha chiesto di riaprire il caso, convinto che la sera della tragedia i figli non fossero soli.