Un appunto troppo 'pepato' sulle presunte pietanze sciape portate in tavola dalla moglie, forse l'ultima critica sprezzante di una lunga serie, è stato la sua condanna a morte. Il pasto serale giudicato insipido, si è tramutato nell'ultima cena di Slava Davydkin, pescatore di 43 anni.

La consorte Evgenia, di 31 anni, offesa dalla critica, dopo aver aspettato che l'uomo andasse a letto, l'ha pugnalato con 35 fendenti. L'efferato crimine è accaduto nell'abitazione coniugale a Penza, città a 700 chilometri a sud est da Mosca.

Cena con poco sale, 'pretesto' per un omicidio

Si dice comunemente che la vendetta sia un piatto da servire freddo. La moglie che si è tramutata in spietata assassina, pare abbia seguito l'adagio oltre la lettera, e l'ha 'servita' al marito alcune ore dopo la cena, sorprendendolo nel letto coniugale mentre dormiva profondamente e colpendolo con 35 coltellate in un crescendo di inconcepibile ferocia.

Ad innescare la miccia criminale, è stato un episodio apparentemente banale. Nel corso di una cena domestica in cui era ospite una coppia di amici, Slava Davydkin ha irriso la moglie perché pare che i cibi che aveva cucinato fossero tutti insipidi. Quali fossero le pietanze contestate, non è stato specificato dalla stampa locale.

"Se mi amassi, useresti più sale nei cibi", le avrebbe detto. Il rimprovero beffardo fatto davanti ad altre persone, ha scatenato una rabbia furiosa risalita dalle inesplorate profondità di una vita forse fino a quel momento repressa, composta da una successione di frustrazioni rimaste inespresse.

La critica pungente deve essere stata vissuta dalla donna come un'umiliazione.

E così, un giro di parole è diventato il pretesto per commettere un delitto. Quando gli ospiti sono andati a dormire nella stanza che gli era stata assegnata, tra i coniugi c'è stato un aspro alterco, al culmine del quale Slava avrebbe colpito sua moglie. Poi l'uomo, come se niente fosse accaduto, se è andato a dormire non sapendo di aver decretato la sua fine.

Carica di risentimento, odio e volontà di annientarlo, Evgenia Davydkin si è armata di un coltello da pesca del marito e l'ha usato per colpirlo 35 volte al petto e in altre parti vitali del corpo. Ha continuato a colpirlo persino mentre la figlia di 4 anni, forse richiamata dalle urla di un uomo ormai senza scampo e che si dimenava a stento, è sopraggiunta nella camera da letto e ha visto quella scena atroce.

La 'quiete' dopo il delitto

Realizzata la vendetta, la moglie killer è tornata in uno stato di calma apparente. Ha svegliato la coppia di ospiti, e ha chiesto agli amici di chiamare un'ambulanza. Quando sono giunti i soccorritori in casa, l'uomo era senza vita in un bagno di sangue. Fermata dalla polizia, non ha neanche tentato di abbozzare una difesa.

Ha spontaneamente e 'lucidamente' confessato il suo crimine, spiegando di essersi sentita molto offesa e mortificata perché il marito davanti ai loro ospiti ha detto che l'aver cucinato senza badare al sale, quindi con noncuranza, sarebbe stata la prova che lei non lo amasse abbastanza. Ha svelato che c'erano state liti innescate da un marito che non perdeva occasione di provocarla, che non la valorizzava, non la apprezzava nonostante il suo intenso lavoro domestico.

Per ora la donna è stata posta agli arresti domiciliari perché possa continuare a occuparsi della figlia. La vittima lascia anche un'altra figlia di 19 anni avuta dall'ex moglie. L'opinione pubblica russa ha accolto con grande disappunto la decisione degli inquirenti: pare del tutto inopportuno che una bambina che ha assistito all'omicidio del padre, debba essere cresciuta da una madre assassina. D'altra parte, se fossero state prese altre decisioni, la piccola avrebbe perso in un colpo solo padre e madre.