Saranno celebrati oggi, alle 15, nella parrocchia di Sant’Agostino, ad Alà dei Sardi, i funerali di Diego Baltolu. Il giovane di 19 anni, trovato privo di vita nella notte tra venerdì e sabato, di fronte alla casa della fidanzata, a Buddusò. Una morte che, almeno per ora, è ancora avvolta nel mistero. Gli investigatori dei Carabinieri infatti stanno ancora effettuando indagini a 360 gradi, per cercare di capire quello che apparentemente potrebbe sembrare un suicidio. Nel frattempo il sindaco di Alà dei Sardi, Francesco Ledda, ha proclamato il lutto cittadino.
Questo per rendere omaggio al povero giovane e permettere a chiunque lo volesse di partecipare alle esequie che si svolgeranno oggi. La salma infatti è stata già restituita ai familiari, intorno alle 14 di ieri. Ed è stata anche già trasferita dalla camera mortuaria di Sassari all’abitazione dove Diego viveva con la madre, per allestire la camera ardente e dare un ultimo saluto al povero giovane. Saluto che è stato dato anche dal padre del giovane, Lucio Baltolu, che attualmente si trova in carcere ed è stato accompagnato nella camera mortuaria dagli agenti della Polizia Penitenziaria.
Una morte misteriosa
Gli inquirenti speravano che l’autopsia, svolta ieri dai medici legali all’interno dell’Istituto di Patologia Forense di Sassari, potesse dare almeno qualche certezza.
Invece la morte di Diego Baltolu è sempre avvolta nel mistero. Perché è vero che l’esame ha appurato che il giovane è morto a causa di un piccolissimo proiettile, che è penetrato nei tessuti molli del ragazzo come uno spillo. Però è ancora tutta da verificare la modalità in cui la morte sia avvenuta. Sono troppe le incongruenze venute a galla.
Se il colpo è stato sparato a distanza molto ravvicinata, dall’alto verso il basso, si potrebbe escludere l’omicidio. Perché in questo caso il colpo sarebbe arrivato dalla distanza e probabilmente l’avrebbe dovuto colpire dal basso verso l’alto. E non viceversa. Ma è vero anche che potrebbe essere accaduta una colluttazione tra Diego e il suo ipotetico carnefice.
E in questa maniera sarebbe potuto partire un colpo – dalla pistola ritrovata - che avrebbe ucciso praticamente all’istante il giovane. Che però sarebbe rimasto almeno per due ore – senza che nessuno se ne accorgesse – di fronte alla casa della fidanzata. Proprio sugli scalini d’ingresso. Questi dubbi potranno essere risolti, almeno in parte, quando i Carabinieri del Ris, il reparto d’investigazioni scientifiche dell’Arma, daranno i risultati effettuati analizzando l’arma da fuoco con matricola abrasa ritrovata a pochi passi dal corpo senza vita del giovane. E come mai nessuno ha sentito il rumore del proiettile? Potrebbe essere possibile che il giovane sia stato ucciso in un altro luogo e poi portato nel posto in cui è stato trovato?
Anche perché, in effetti, non sono state trovate tracce di sangue.
Indagini ancora in corso
Le indagini coordinate dal pubblico ministero Beatrice Giovanetti ed eseguite magistralmente dai Carabinieri di Ozieri, dai colleghi del Nucleo Investigativo e dai militari del Reparto operativo, sono ancora in corso e non si fermeranno fino a quando non si riuscirà a capire cosa sia realmente accaduto quella maledetta notte. Gli inquirenti hanno sentito diverse persone che – in qualche maniera – avrebbero fatto parte della vita di Diego. Anche perché si è scoperto che il giovane quella sera non aveva il telefono cellulare, perché si era rotto. Ma nonostante questo aveva scambiato messaggi con la sua fidanzata e l’aveva anche sentita.
Di conseguenza il giovane avrebbe utilizzato il telefono di qualche suo amico o conoscente. Per questo motivo gli inquirenti stanno mettendo al setaccio tutti i contatti del giovane. Per tentare almeno di ricostruire le ultime ore di vita di Diego. Insomma vogliono capire chi per l’ultima volta abbia visto il ragazzo. E chi, soprattutto, lo possa aver accompagnato in auto, considerando il fatto che il giovane non guidava e non aveva nemmeno un’automobile.