Domani, venerdì 25 gennaio, in oltre cento piazze italiane si accenderanno migliaia di candele in onore di Giulio Regeni.

Era infatti il 25 gennaio del 2016, quando alle ore 19.41, il giovane giornalista inviò il suo ultimo sms prima di scomparire nel nulla, in Egitto, prima di essere brutalmente assassinato. Il 3 febbraio seguente venne poi ritrovato morto con addosso segni di tortura.

Sono passati tre anni dalla scomparsa del giovane, ma ancora oggi tardano ad arrivare verità e giustizia. Per l'occasione Amnesty International ha organizzato fiaccolate in numerose città italiane per mantenere accesa la luce sull’accaduto.

Numerose le città italiane che hanno aderito alla fiaccolata

Da Nord a Sud, da Bologna a Bari, sono infatti più di 100 le città italiane che hanno accolto con grande entusiasmo l’iniziativa di Amnesty International.

A Bologna l’appuntamento è dalle ore 18.00 a Piazza di Porta Ravegnana per arrivare a Piazza Verdi, dove si osserverà alle 19.41 un minuto di silenzio per celebrare la memoria di Giulio. Anche Roma si illuminerà: l’incontro nella Capitale è previsto in piazza di Montecitorio. A Bari invece l'appuntamento è a Corso Vittorio Emanuele (all’altezza della statua equestre), a partire dalle ore 19.00. Ma iniziative simili ci saranno anche a Torino, Palermo, Ancona, Pesaro, Como, Pisa, Prato e molte altre.

In tutte le città italiane si ripercorreranno le tappe di quel doloroso 25 gennaio 2016 e alle 19:41 esatte, queste si illumineranno grazie alle fiaccole e successivamente si osserverà un minuto di silenzio proprio in ricordo di Giulio Regeni.

Una fiaccolata per abbracciare la famiglia Regeni

La fiaccolata ha una triplice finalità: in primis quella di abbracciare la famiglia Regeni mostrandole la solidarietà di tutta la cittadinanza, poi quella di chiedere giustizia e la verità per una morte ancora oggi senza colpevoli, e infine quella di mantenere accesi i riflettori sull’accaduto.

Amnesty International, in una nota stampa, si è augurata che si possa arrivare alla verità al più presto: tanto più che i vari governi che si sono succeduti hanno spesso parlato di "passi avanti" nelle indagini, anche se poi concretamente non si è ancora arrivati a individuare i colpevoli.

Intanto il Presidente della Camera, Roberto Fico, ha inviato una lettera ai Presidenti dei Parlamenti dell'Ue per chiedere che anche essi si attivino per ricercare la verità e a far chiarezza sulla morte del giornalista. "A chiedere la verità c'è prima di tutto una famiglia, ma c'è anche uno Stato", ha dichiarato infatti il Presidente dell'aula di Montecitorio.