Qualche giorno fa, a Como, nell'ambito di un'operazione coordinata dalla Questura, sono stati emessi, nei confronti di 17 giovanissimi componenti di una baby gang, una serie di provvedimenti di custodia cautelare. I ragazzini, con un'età compresa tra i 14 a 17 anni, (due sono diventati maggiorenni in queste settimane),dovranno rispondere di una serie di reati: rapina, estorsione, furto aggravato, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Cinque giovanissimi sono in carcere, 7 in comunità e 5 si sono visti notificare l’obbligo di permanenza in abitazione.
L’ultimo componente della banda ha meno di 14 anni e non è imputabile. Molti di loro, nei mesi scorsi, erano già stati fermati e identificati, ma i loro genitori - spesso - li avevano difesi minimizzando il loro comportamento
Operazione baby gang
Gli agenti della squadra mobile della Questura di Como, agli ordini di Sergio Papulino e coadiuvati dai carabinieri del reparto operativo (agli ordini del tenente colonnello Andrea Ilari) hanno lavorato per settimane per dare un nome e un volto ai componenti della baby gang che da mesi terrorizzava la città. L'indagine era iniziata la scorsa estate.
Nel mese di novembre, a Milano, i fascicoli relativi ai singoli episodi sono stati unificati e poi affidati ad un unico magistrato: in poche settimane, in questo modo, le indagini hanno subito un'importante accelerazione che ha portato ad un'ordinanza restrittiva per 17 ragazzini provenienti da famiglie problematiche, sia italiane che straniere.
Cinque sono stati accompagnati al Beccaria, sette di loro sono stati portati in comunità, mentre cinque si sono visti notificare l’obbligo di permanenza in abitazione. L’ultimo componente della banda ha meno di 14 anni e non è imputabile.Tutti dovranno rispondere di furto aggravato, rapina, lesioni estorsione, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale.
Gli inquirenti hanno riferito che i giovanissimi sono sempre stati sicuri di rimanere impuniti. "Quando siamo arrivati a casa loro con l'ordinanza i ragazzi hanno immediatamente cambiato atteggiamento e non hanno detto nulla. I genitori, invece, si sono mostrati increduli e sorpresi", hanno riferito gli investigatori.
Ciro Cascone, procuratore della Repubblica dei minori, ha commentato: "Tutti avevano comportamenti antisociali, distruttivi verso le cose, deturpanti verso l’ambiente, umilianti e prevaricanti verso le persone, specialmente quelle più deboli, oppositivi e insofferenti nei confronti dell’’autorità".
"Le loro famiglie - ha proseguito il Questore di Como, Giuseppe De Angelis - non si sono mai rese conto della gravità del comportamento dei loro figli e nonostante i continui affidamenti, quando venivano fermati e denunciati, non si sono mai voluti rendere conto di quello che stavano facendo".
Curriculum da gangster
A dispetto della loro età, i componenti della baby gang facevano veramente paura. La loro "escalation criminale" è iniziata con incursioni di gruppo in negozi e in centri commerciali. "Prove di forza" durante le quali rubavano prodotti di poco valore (come patatine o lattine di birra).
La banda si è resa anche protagonista di aggressioni, minacce, estorsioni, rapine a coetanei (ad un ragazzino hanno portato via non solo i 10 euro che aveva in tasca, ma anche le scarpe) e veri e propri furti in negozi, garage e abitazioni.
In un fine settimana d’estate hanno addirittura devastato un appartamento rovinando gli arredi e portando via oggetti di valore. Sembravano non aver paura neppure di poliziotti e carabinieri (che in più occasioni li avevano fermati, identificati e denunciati): "Non ci fate paura, sbirri di m***a, tra mezz'ora siamo fuori".