Il pensiero, inevitabilmente, corre al piccolo Giuseppe, il bambino di 6 anni ucciso a bastonate, calci e pugni appena tre settimane fa a Cardito, comune alle porte di Napoli, dal compagno della madre, l'italotunisino Tony Essobti Badre ora in carcere. L'orrore si è ripetuto mercoledì scorso. È gravissima Alice, una bambina che non ha neanche due anni. Alle porte di Roma, a Genzano, Federico Zeoli, 25 anni, compagno di Sara, la madre, che di anni ne ha 23, l'ha selvaggiamente picchiata mentre la donna non era in casa. Il patrigno è stato arrestato per tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia.
Bimba picchiata e in fin di vita, i fatti
La 'colpa' di Alice è stata di fare ciò che spesso fanno i bambini: piangere. Invece di essere consolata e accudita, è stata brutalmente picchiata su tutto il corpo, sul viso, in testa, addirittura morsa, aggredita sulla schiena forse con bruciature di sigaretta, dal compagno e convivente da appena due mesi di sua madre, in un mini appartamento in una palazzina fatiscente a via San Carlino, zona degradata di Genzano.
La donna ha lasciato Alice e la sua gemellina, due dei tre figli avuti da una relazione precedente, sole con Zeoli. Originario di Campobasso, è un soggetto violento con precedenti per stalking e lesioni. Lei, con l'altro figlio, un bambino di cinque anni, era andata a Pavona, frazione di Albano, dove abita il padre malato per portargli delle medicine.
Dopo il pestaggio, Zeoli l'ha chiamata: "La bambina è svenuta". L'ha aspettata sulla porta di casa con la piccola in braccio che sembrava senza vita, ripetendole che era svenuta dopo aver bevuto acqua e vomitato. Ma le ecchimosi e le ferite ovunque raccontavano ben altra storia, La madre, sconvolta, l'ha presa ed è corsa in auto al vecchio ospedale di Genzano, non sapendo che è ormai chiuso da tempo.
Allora i vigilanti hanno dato l'allarme e una volante del commissariato locale ha portato lei e la bimba al pronto soccorso del nuovo ospedale dei Castelli Romani. "È caduta dalle scale", la prima spiegazione abbozzata dalla madre. La stessa che aveva dato l'italotunisino Tony Essobti Badre dopo il pestaggio di Giuseppe e Noemi, figli della sua compagna Valentina.
Versioni non credibili.
In nottata Alice è stata trasferita all'ospedale Bambin Gesù di Roma in terapia intensiva e sedazione profonda, resta in prognosi riservata. Ciò che più preoccupa i medici è l'ematoma cerebrale provocato dalle botte ricevute in testa. A seguire, tutto il quadro clinico: il rischio di emorragie interne, i morsi nella zona dell'ombelico, le ferite anche al volto. Ma sul corpo di Alice ci sono anche ecchimosi di precedenti percosse. Sulla piccola è stato fatto anche un 'drug test' per verificare se le siano state date sostanze stupefacenti.
Indagini, le versioni della madre
Portata in commissariato e interrogata, Sara in un primo momento ha tentato di coprire il compagno sostenendo che si sarebbe trattato di un incidente.
Bugia miseramente crollata sotto il fuoco delle domande incalzanti. È seguita l'ammissione di un comportamento violento da parte del compagno: aveva già picchiato la bambina altre volte. Gli inquirenti valuteranno eventuali responsabilità della madre nell'aver lasciato i figli da soli con un soggetto violento.
In seguito, intervistata da Il Messaggero, la giovane donna ha detto che è giusto che lui paghi, ma non lo abbandonerà: "è la mia vita". La madre di Zeoli, le avrebbe detto che l'uomo soffre di schizofrenia e deve essere aiutato perché non vuole prendere le medicine. Sara lo ha conosciuto un anno fa a una fermata dell'autobus a Genzano. Per lui ha lasciato la casa paterna e come Valentina, la mamma di Giuseppe e Noemi, è andata a vivere con il compagno e i figli in un alloggio di due stanze in una difficile situazione: sono entrambi disoccupati.
"Ci amiamo e siamo felici", ha detto lei che sembra non volersi accorgere della gravità dell'accaduto. Ora sostiene di aver paura perché le hanno tolto i figli e l'ex "un pregiudicato, mi ha preso a coltellate, è violento", vuole le bambine. "Vive a Roma ed è arrabbiatissimo. Non le vede da quattro mesi".
'Confessione' del compagno
Interrogato, il compagno non ha negato di aver ridotto in fin di vita a botte la piccola Alice, ma si è difeso secondo una modalità tante volte già sentita. Ha sostenuto che si sarebbe trattato di un 'raptus' scatenato dal pianto della bambina. È stato portato in carcere a Velletri. Per la procura che ha chiesto al gip la convalida del fermo, il quadro probatorio è chiarissimo.