Quanto vale, in termini di risarcimento economico, la vita, la giovinezza, il danno morale, esistenziale e fisico che subisce una vittima di stupro? 4800 euro; sembra incredibile, eppure è questa la cifra stabilita dallo Stato italiano, un’elemosina indecorosa che dovrebbe bastare a indennizzare chi ha subito violenza sessuale. Un risarcimento assolutamente ingiusto. Ecco perché è stato chiesto alla Corte di Giustizia europea di pronunciarsi sulle cifre che lo Stato riserva alla vittima di questi crimini orrendi. È la battaglia giudiziaria che gli avvocati Marco Bona, Francesco Bracciani e Umberto Oliva stanno portando avanti per difendere i diritti e la dignità di una vittima che desidera restare nell’anonimato e che chiameremo Sonia.
Il fatto risale al 2015
Sonia aveva 18 anni, una ragazza come tante che dopo una serata trascorsa in discoteca ha subito il peggiore degli incubi. È stata sequestrata, condotta in un casolare di campagna e violentata da due uomini di nazionalità romena. Gli aggressori vennero subito identificati e condannati a dieci anni e mezzo di carcere, ma solo uno scontò la pena, dell’altro si persero completamente le tracce. L’unico aggressore consegnato alla giustizia italiana era nullatenente e perciò non in grado di ottemperare ad alcun risarcimento. Ecco perché Sonia ha iniziato una causa contro lo Stato per ottenere il risarcimento del danno subito, come obbliga una direttiva europea, risalente al 2004, che garantisce un indennizzo alle vittime di reati violenti internazionali.
Si parla di "equo e adeguato risarcimento", da destinare alla vittima nel caso l’aggressore si sottragga alla giustizia o sia privo di risorse economiche. Dopo anni di silenzio e una condanna della Corte di Giustizia europea, lo Stato italiano ha creato un fondo di garanzia, stabilendo i seguenti risarcimenti: 4800 euro in caso di violenza sessuale, 8200 euro per il femminicidio, 7200 euro per l’omicidio.
Cifre quantomeno irrispettose della dignità delle vittime; fra l’altro la strada per ricevere questi indennizzi è ardua e costellata di cavilli e procedure macchinose, essendo questo fondo italiano - a causa di una interpretazione "fantasiosa" delle direttive europee - rivolto alle sole vittime straniere che transitano in Italia.
I quesiti rivolti alla Corte di Giustizia europea
Due i quesiti che la Cassazione rivolge alla Corte di Giustizia europea: se l’indennizzo debba riguardare in modo discriminatorio le sole vittime straniere e se la valutazione economica del risarcimento di euro 4800 si possa considerare equa e adeguata. In passato Sonia aveva ottenuto due pronunce favorevoli dal tribunale di Torino e una provvisionale immediata di 50000 euro, ma lo Stato si era opposto alla sentenza. E ora la palla passa dalla Cassazione ai giudici della Corte di Giustizia. Come commentato dai legali di Sonia, si auspica che venga al più presto fatta chiarezza e che lo Stato italiano possa finalmente assumersi le proprie responsabilità.