A Doncaster, nel Regno Unito, una giovane madre, Anca Si Piticii, è stata brutalmente picchiata da una baby gang dopo aver chiesto di fare silenzio per non svegliare i figli, rispettivamente di 3 e 6 anni, che dormivano. La risposta dei dieci adolescenti non si è fatta certo attendere: proprio una ragazza del branco è stata la prima ad avvicinarsi per aggredirla. Prima gli insulti, poi le botte.

Prima insultata, poi picchiata dalla baby gang

La madre 34enne stava stendendo i panni dopo che era riuscita a far addormentare i figli piccoli, quando la baby gang ha imboccato la strada di Balby, nei pressi di Doncaster, nel nord dell'Inghilterra, dove si sono svolti i fatti.

Prima gli schiamazzi del facinoroso gruppo, poi la richiesta della giovane madre di origini polacche che ha scatenato il pandemonio. La donna avrebbe chiesto un po' di silenzio, allorché una ragazza del gruppo le si sarebbe avvicinata con fare provocatorio cominciando ad insultarla con ogni genere di appellativo. La donna, che non aveva intenzione di farsi appellare in quel modo, le avrebbe detto di abbassare la voce e di non permettersi di usare quel linguaggio, passaggio che, secondo la ricostruzione della vittima, avrebbe scatenato la furia della ragazzina e di tutta la baby gang al seguito.

La donna è stata letteralmente aggredita con calci e pugni, nonché colpi di ogni sorta. Solo per caso è riuscita a mettersi in salvo barricandosi dentro casa, ma neanche questo è valso a far desistere la baby gang.

Gli adolescenti infatti, tra cui anche alcune ragazze, hanno continuato a prendere a calci e pugni la porta, urlando e perpetuando l'utilizzo di tutti quegli appellativi usati sino a poco prima. Solo il fortuito passaggio di un'auto ha fatto sì che i giovani si allontanassero, rinunciando alla loro preda. La donna ha riportato la propria testimonianza al Daily Mail.

La polizia arriva 20 ore dopo il pestaggio da parte della baby gang

La giovane donna è stata portata poi in ospedale dove è stata medicata e dove le analisi hanno evidenziato la presenza di numerose lesioni. Aveva chiamato la polizia, come racconta al Daily Mail, ma nessuno è arrivato, se non con ben venti ore di ritardo. La polizia si è giustificata dicendo che, essendo sabato sera, i pub (rinomatamente frequentati in Regno Unito e in genere plausibili focolai di disagi) straripavano di gente e richiedevano il controllo delle autorità.

Niente certo a togliere al rigoroso lavoro che svolgono le forze dell'ordine, ma la donna si è chiesta a chi rivolgersi in tali contesti, dal momento in cui l'unica arma di una madre single in quei casi è proprio la polizia. In questo caso si parla di una storia finita relativamente bene, dal momento che la barbarica furia della baby gang avrebbe potuto veicolare l'epilogo in ben altra direzione, come in alcuni casi di cronaca già noti.

I dati sulle baby gang in Italia

I dati seguenti sono frutto di un sondaggio operato da Il Fatto Quotidiano in Italia nel 2014, ma rispecchia in larga parte la fenomenologia generale del bullismo di gruppo. Il fenomeno del bullismo di gruppo, o delle cosiddette baby gang, è in aumento; lo dicono le stime.

Addirittura ci si riferisce a giochi, come il knockout game, che prevede l'assesto di un pugno in faccia ad una vittima casualmente incontrata, per poi fuggire. Le conseguenze, naturalmente, possono essere fatali.

Ma perché si entra in una baby gang? Il 76% circa, dice "per essere accettato dagli altri"; seguono percentuali minori, intorno al 22% di chi dice "per noia" e il 2% di chi dice "per necessità". Il sondaggio affronta anche il tema della condizione degli appartenenti alle baby gang, vale a dire giovani privi di valori di riferimento, con genitori poco attenti e influenzati da programmi tv o videogame che esaltano quel determinato modo di apparire.

La quasi totalità degli intervistati converge sulla necessità di scongiurare il fenomeno per mezzo di informazione, dialogo e integrazione.