La gara più difficile è appena iniziata per Manuel Bortuzzo. Questa volta non c’è il cronometro da battere: il nuotatore non ha bisogno di confrontarsi con qualche avversario, eppure sta superando tutti i record nei tempi della riabilitazione, che prosegue più veloce del previsto. È passato poco più di un mese dal 3 febbraio, quando fu ferito per sbaglio da due balordi, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, mentre si trovava con la sua ragazza a Roma, in zona Axa Casal Palocco.

Per un folle errore di persona, gli aggressori – oggi in carcere – gli spararono tre volte da uno scooter.

Il colpo di pistola che l’ha centrato gli ha procurato una lesione del midollo spinale, paralizzandolo. Ma l’atleta non si è arreso ed oggi, finalmente, è potuto tornare in piscina per continuare il percorso intrapreso per riuscire a recuperare l’uso delle gambe.

La scelta di una struttura all’avanguardia per la riabilitazione di Manuel

Non è un caso che insieme alla famiglia abbia scelto la Fondazione Santa Lucia di Roma, dove si è trasferito il 18 febbraio dal San Camillo-Forlanini, l’ospedale in cui i medici gli avevano prestato i primi soccorsi, operandolo due volte, al polmone e per estrarre il proiettile che si era conficcato all’altezza dell’undicesima vertebra.

Il Centro spinale dell’istituto che lo ospita è uno dei più innovativi nelle tecniche di riabilitazione.

“Lo abbiamo preferito proprio per la presenza di una vasca di 25 metri – ha spiegato al Messaggero il padre di Manuel, Franco – per mio figlio è troppo importante poter tornare a nuotare.

È così finalmente il gran giorno è arrivato, immortalato sui social, dove in tanti hanno incominciato a seguire i profili del giovane, mandandogli messaggi d’incoraggiamento.

La terapia affrontata insieme a Martina

“Finalmente sono tornato a casa”, così il nuotatore 19enne ha commentato le immagini delle prime bracciate nella grande piscina. Il padre, che per stargli vicino va e viene da Treviso insieme agli altri famigliari, ha raccontato i suoi progressi: “Quello che gli altri fanno in un mese, Manuel è riuscito a realizzarlo in una settimana”.

Ci ha messo tutta la disciplina da sportivo nell’affrontare la terapia, con la speranza di uscirne al più presto. Quando si è reso conto di quello che gli era successo, il ragazzo ha deciso di impegnarsi a fondo in questa nuova battaglia, scegliendo Bebe Vio come punto di riferimento. Solo così potrà superare l’assurda notte dell’agguato: ad aiutarlo c’è sempre la sua amata Martina, che non l’ha mai abbandonato in queste difficili settimane.