Il “professore” è una persona mite e gentile, molto conosciuta nel quartiere dove abita, anche per le sue lunghe passeggiate a piedi. Eppure domenica pomeriggio deve essere successo qualcosa ad Umberto Ranieri, mentre camminava in largo Preneste, a Roma. I pochi testimoni presenti parlano di uno scambio di alcune frasi, che non sembrava nemmeno un litigio, con un gruppo di cinque ragazzi seduti ad una panchina. Poi, improvvisamente, è arrivato quel pugno al volto che ha fatto finire a terra il pittore di 55 anni: un colpo molto violento.

Così mentre due sudamericani che si trovavano poco distanti chiamavano i soccorsi, il gruppo di aggressori si dileguava rapidamente: ora la vittima, che ha subito una grave emorragia celebrale, lotta tra la vita e la morte in terapia intensiva all'ospedale San Giovanni.

Non ci sono testimoni durante il momento dell'aggressione

Sul posto sono arrivati subito anche i carabinieri della compagnia Casilina, che hanno raccolto la testimonianza delle persone presenti al momento dell'aggressione. Purtroppo i due hanno spiegato di non aver sentito grida e di essersi accorti dell'accaduto solo quando hanno udito il tonfo sull'asfalto e visto i ragazzi che scappavano via: quindi hanno notato il pittore giaceva a terra, immobile, con del sangue che gli usciva della bocca.

Come detto, la ricostruzione dell'accaduto è ancora poco chiara: le immagini delle telecamere di sicurezza presenti nella piazza permetteranno sicuramente di capire meglio cosa sia realmente successo. Ma gli inquirenti sperano anche di poter scoprire, grazie a questi video, da che parte si siano diretti i responsabili e quale mezzo abbiano utilizzato per allontanarsi dallo slargo.

Non si conosce il movente dell'aggressione

Rimane poco chiaro il movente dell'aggressione. Umberto Ranieri era conosciuto all'interno della comunità omosessuale: quindi il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo, ha espresso solidarietà ai famigliari dell'artista, molto apprezzato in città dove da anni espone le proprie opere, ed ha chiesto agli inquirenti di indagare anche su una possibile pista omofoba. Ma al momento, pur non escludendo nessuna ipotesi, non ci sarebbero elementi per pensare ad un’aggressione di stampo razzista.

Nel frattempo i medici del San Giovanni stanno facendo di tutto per salvare la vittima in coma, che è stata sottoposta anche ad un’operazione chirurgica. Dal suo paese d’origine, Paglieta, in provincia di Chieti, sono giunti l’anziano padre Filomeno e la sorella Paola, per stargli vicino in questi momenti così drammatici.