Sono stati Aska e Simba, due pastori tedeschi di 10 e 8 anni in forza al nucleo cinofili dell’Arma a Bologna, a fiutare per primi la traccia che potrebbe portare alla soluzione del mistero di Samira Sbiaa, la donna marocchina di cui non si hanno più notizie dal 2002. I cani molecolari hanno cominciato a seguire una pista che li ha condotti in uno dei box al piano terra dell’abitazione diroccata di Settimo Torinese in cui da anni vive come un eremita, Salvatore Caruso, l’ex marito della donna scomparsa nel nulla. Il 68enne, che in passato aveva lavorato come guardia giurata, da giovedì è indagato dalla Procura di Ivrea con l’accusa di omicidio volontario.

I carabinieri della compagnia di Chivasso sono arrivati a casa sua, in via Petrarca, insieme ad un’unità cinofila che da anni è impiegata per il ritrovamento di cadaveri. Non è stata un’impresa semplice, dato che Caruso è un accumulatore seriale: i cani si sono dovuti fare largo tra montagne di immondizia maleodorante, stracci, vecchi vestiti, mobili, finestre rotte e televisori ormai inutilizzabili: ci sono volute delle ore prima che fiutassero qualcosa.

Si cercano eventuali nascondigli o nicchie nascoste

Così, dopo i primi risultati, gli inquirenti sono tornati a perquisire l’edificio, cercando altri indizi in casa, nel cortile, nei garage, e perfino in un pozzo, senza però aver trovato ancora nulla.

Presenti, oltre alle unità cinofile supportate dagli uomini della Sezione investigazioni scientifiche, anche un escavatore ed un gruppo di operai con martelli pneumatici, pronti a cercare possibili nascondigli o nicchie murate all’interno dei locali. “Dopo che i due cani hanno fiutato una traccia, abbiamo iniziato a compiere una serie di accertamenti tecnici, che proseguiranno nei prossimi giorni con altri rilievi scientifici” ha spiegato il procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando.

Già alcune settimane fa, durante un primo controllo nell'appartamento, i carabinieri avevano sequestrando quattro pistole, una carabina e diversi proiettili, tutti regolarmente detenuti dal proprietario.

La reazione di Salvatore Caruso

Salvatore Caruso non si è scomposto più di tanto, alla vista degli inquirenti. È apparso per pochi minuti, affacciandosi alla finestra di casa, con una cannula dell'ossigeno al naso, un vecchio maglione e la sua cuffia in testa: “Si tratta di un normale controllo – ha risposto all’inviato del Corriere della Sera – cercano quella ragazza con cui mi ero sposato; stanno facendo il loro lavoro, ma qui non c’è”.

Poi ha proseguito, difendendosi: “Io sono stato bidonato, ma non ho ammazzato nessuno”. Infine ha ricordato di quando era andato a cercarla in Marocco, senza trovarla. In effetti era stato proprio Caruso a segnalare nel 2002 l’allontanamento da casa della 32enne Samira, che aveva sposato dopo essersi convertito all’Islam. L’aveva anche denunciata per appropriazione indebita, accusandola di essere fuggita di casa con poco più di un milione di lire. Poi però aveva ritirato questa denunzia ed aveva chiesto il divorzio. I parenti della donna però hanno sempre raccontato di come il marito la tenesse segregata. Ed alcuni vicini di casa, anni fa, avevano parlato di strani rumori che provenivano da una delle rimesse dell’abitazione.