Studentessa di architettura a Khartum, capitale del Sudan, a soli 22 anni Alaa Salah è diventata il simbolo delle lotte contro il presidente Omar al-Bashir, che governa il paese da 30 anni. La giovane ha incitato e ispirato la folla di contestatori, leggendo e cantando versi rivoluzionari che recitano: "I proiettili non uccidono, quello che uccide è il silenzio".

La rivolta a Khartum

Da dicembre, contestatori e rivoluzionari accerchiano con sit-in le principali sedi governative e pubbliche di Khartum, capitale del Sudan. La protesta è scoppiata dopo l'annuncio della triplicazione del prezzo del pane in un paese, quello sudanese, affamato da anni di crisi economica e oppresso da una dittatura che dura dal 1989, quando con un colpo di Stato Omar al-Bashir prese il potere.

Le proteste, represse dalle milizie fedeli al presidente, hanno raggiunto l'apice proprio in questi giorni, quando una folla di migliaia di persone si è riversata per le strade della capitale giungendo davanti alla residenza di Bashir cantando, ballando e sventolando bandiere. Il dittatore ha dichiarato che le richieste dei manifestanti sono legittime, ma che è necessario esprimerle pacificamente nella cabina elettorale. Le fonti ufficiali parlano di 38 morti dall'inizio delle proteste, ma lo Human Rights Watch sostiene che ci siano stati 51 decessi.

Intanto proprio in queste ore sembra che l'esercito abbia attuato un colpo di Stato, arrestando gran parte dei membri del governo in carica, mentre il presidente si sarebbe dimesso.

Alaa Salah 'regina' della rivoluzione

È diventato virale sul web il video della ventiduenne Alaa Salah mentre incita la folla cantando e ballando in piedi con le dita puntate al cielo, gli orecchini d'oro, scarpe da ginnastica e il toub bianco, tipico abito sudanese. La giovane, intervistata dalla testata britannica "The Guardian", ha affermato di essere stata felice per il filmato che, girando in rete, ha permesso al mondo di prendere coscienza della rivoluzione sudanese.

Salah si è detta estranea a qualsiasi corrente Politica, perché, sostiene: "Il nostro paese è al di sopra di qualsiasi partito politico". Uno dei versi più famosi recitati dalla giovane, tratti da un poema rivoluzionario, che recita "i proiettili non uccidono, quello che uccide è il silenzio", è diventato lo slogan delle rivolte del gennaio 2018.

Anche l'abito di Salah è diventato simbolo della rivoluzione politica, culturale, ma anche femminista in tutto il mondo. Il toub - ha ricordato la giovane - è un chiaro riferimento alle Kandakas, antiche regine sudanesi diventate oggi emblema del rinnovato ruolo delle donne in una società che reprime la loro libertà e coscienza.

La foto-simbolo della protesta è già stata trasformata in icona da artisti di tutto il mondo. Definita "Statua della Libertà sudanese", la studentessa è stata rappresentata come guida culturale e spirituale.