Cosa non fanno i nonni pur di far felici i propri nipoti. Una nonna oggi è arrivata a perdere la vita per non far piangere il nipotino che non riusciva a riprendere un giocattolo: la donna ha fatto un volo di quattro metri dal primo piano della sua abitazione, e per lei non c'è stato niente da fare.

Si chiamava Giulia Cartuccia l'anziana di 75 anni che è rimasta vittima di un tragico incidente a Civitanova Marche. Voleva raggiungere una grondaia del terrazzo per recuperare la macchinina del nipote, ma inavvertitamente si è sporta troppo ed è precipitata.

Per lei non c'è stato niente da fare.

Nonna muore per recuperare il giocattolo del nipote

La signora Giulia Cartuccia oggi, poco prima di mezzogiorno, stava accudendo il nipotino come tante altre volte: niente lasciava presagire la tragedia che si è poi purtroppo verificata. Il bambino giocava sul terrazzo dell'abitazione dell'anziana in via Custoza a Civitanova Marche quando, per cause ancora da accertare, la macchinina di plastica con cui stava passando il tempo il piccolo, si è incastrata su una grondaia di una tettoia della terrazza dell'appartamento al primo piano.

L'anziana, pur di assecondare i desideri del bambino, ha pensato di riuscire a recuperare facilmente il giocattolo. Sembrerebbe che abbia scavalcato la balaustra del suo balcone al primo piano, ma sarebbe scivolata sulle tegole per poi precipitare nel giardino sottostante.

In casa c'era la figlia della donna che si è accorta dell'accaduto e ha immediatamente chiamato i soccorsi. Gli operatori della Croce Verde non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell'anziana. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri per ricostruire con esattezza l'accaduto, ma la dinamica dei fatti lascia poco spazio ai dubbi.

Doppia tragica caduta sospetta dal balcone

Ben diverso il recentissimo fatto di cronaca, ancor più tragico, che ha destato molti interrogativi non solo tra gli inquirenti. Si tratta del caso dei fratellini Benjamin e David Nathan di 11 e 14 anni, morti sabato 23 marzo dopo essere caduti da un balcone all'ottavo piano dell'abitazione in un palazzo alla periferia ovest di Bologna dove abitavano con il padre, la madre e altri due fratelli più piccoli.

La famiglia di origine kenyota abita in quell'edificio da anni. Il padre li aveva messi entrambi in punizione, per un motivo banale: poco prima li aveva mandati a far la spesa, e non avevano riportato il resto di cinque euro. Allora il padre aveva chiuso a chiave la porta di casa in modo che non potessero fuggire ed era andato a fare una doccia. Almeno così ha sostenuto quest'ultimo, di professione operatore sociosanitario. La loro morte resterà, forse, un mistero: non è chiaro se avvenuta per una disgrazia, un gioco finito male, o se uno dei due abbia tentato di afferrare il fratello che precipitava. Forse stavano litigando proprio per i cinque euro non restituiti quando, spintonandosi a vicenda, potrebbero essere caduti nel vuoto.

Oppure, avrebbero cercato di scavalcare la ringhiera per approdare nel terrazzino di un vicino e aggirare il divieto paterno.

Tra i vicini nessuno ricorda di aver sentito grida e alcuni hanno udito solo un tonfo. Il padre è stato sentito a lungo dagli inquirenti, e così la madre, che al momento della tragedia era a lavoro in un negozio di parrucchiere. La donna ha parlato di padre amorevole: versioni dei fatti ritenute credibili, tant'è che la Procura ha aperto un fascicolo inizialmente senza indagati. Poi è stato indagato il padre, ma è un atto tecnico per consentire all'uomo di nominare un perito di parte e prendere parte all'esame. In attesa dell'esito dell'autopsia sui corpi dei due ragazzini, che deve accertare eventuali lesioni pregresse, assunzione di farmaci o altre sostanze, l'ipotesi prevalente degli inquirenti resta quella della disgrazia.