La Libia è sull'orlo della guerra civile, ormai da qualche giorno è stato dichiarato lo stato di emergenza a Tripoli, capitale della Libia, dove le scuole rimarranno chiuse per tutta la settimana e i cittadini hanno iniziato a fare scorte di alimenti e resteranno chiusi nelle proprie case. Khalifa Haftar sta infatti continuando l'offensiva su Tripoli per impossessarsi della capitale, le sue milizie hanno organizzato un raid aereo e lanciato dei missili che, secondo i media libici, avrebbero colpito la città. L'obiettivo è quello di rovesciare il governo attualmente presieduto da Fayez al-Serrah: un vero e proprio colpo di Stato.

La risposta del premier Fayez al-Serrah

Fayez al-Serraj ha interpretato l'assedio di Tripoli come una dichiarazione di guerra, pertanto ha accusato il generale Haftar di tradimento e dichiarato che contrattaccherà con fermezza per proteggere i civili che risiedono nella capitale: “L'esercito libico respinge i colpi di Stato e una sua militarizzazione: la Libia sarà sempre uno stato civile, l'esercito lo proteggerà e garantirà la sicurezza della popolazione”.

Gli scontri per conquistare l'aeroporto

Gli scontri si concentrano a sud di Tripoli e vedono schierati da una parte le forze leali al Goverrno di unità nazionale, appoggiate dalle milizie di Misurata e, dall'altra, il Lybian national army (Lna) guidato da Haftar, il cui obiettivo è quello di conquistare l'aeroporto, punto di collegamento fondamentale.

Il premier al-Serraj ha risposto all'attacco dell'uomo della Cirenaica chiamando in causa l'aviazione e bombardando i blindati di Haftar.

Le dichiarazioni degli altri paesi

Mentre la Libia è sull'orlo della guerra, Italia e Francia si sono schierate a sostegno del premier sotto assedio, condannando la violenza delle azioni di Haftar.

Tuttavia, in accordo con l'ONU, si stanno cercando gli estremi per una tregua provvisoria per evacuare la popolazione civile e soccorrere i feriti anche se, al momento, sembra che Haftar non abbia nessuna intenzione di fermare l'assedio alla capitale. L'Egitto denuncia il sostegno fornito da alcuni paesi alle milizie di Haftar, mentre la Russia ricorda le ragioni degli attuali conflitti, ricondotti all'operazione della NATO nel 2011 che ha scombussolato l'ordine interno del paese.

Per questo motivo, secondo la Russia, dovrebbe essere la Libia stessa a risolvere la questione cercando una mediazione tra le due parti per sanare i contrasti. Il premier italiano Conte ha dichiarato di essere in contatto con il generale Haftar e confida che voglia evitare bagni di sangue e lo esorta a mettere fine ai conflitti.